Allarme siccità, il governo pronto a varare un piano La priorità della rete
ROMA Per la siccità serve un piano di emergenza, che arriverà forse già lunedì. Ma serve anche un «piano dell’acqua» di più lungo periodo. Sono gli impegni che si è assunto direttamente il presidente del Consiglio, Mario Draghi. Mentre la Protezione civile studia, con le Regioni e il ministero dell’Agricoltura, i possibili interventi da eseguire con la proclamazione dello stato di emergenza, attesa a breve.
«Il governo è al lavoro con la massima urgenza contro la siccità che ha colpito il nostro Paese e in particolare l’agricoltura nel Centro Nord — ha detto Draghi — da lunedì siamo pronti ad approvare i piani di emergenza delle Regioni. L’Emilia-Romagna ha già presentato il piano, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Piemonte li stanno preparando in queste ore. Ma oltre all’emergenza occorrerà predisporre presto un piano per ovviare alle carenze infrastrutturali, un grande piano dell’acqua». Risorse imponenti sono già previste dal Pnrr. «Sono stati stanziati già 4 miliardi — dice ancora Draghi —, occorrerà arrivare a un coordinamento massiccio dei tanti enti preposti all’amministrazione dell’acqua».
Nonostante la pioggia sia a tratti e debolmente tornata, la siccità mette in crisi l’agricoltura del Nord: i fiumi veneti, a eccezione del Piave, sono in una condizione di deficit costante, in Lombardia il governatore Attilio Fontana, nel rassicurare sulla disponibilità di acqua per uso civile, avvisa che per l’agricoltura è garantita solo per un’altra settimana, e in Emilia-Romagna l’80% del territorio può finire in zona rossa entro un paio di settimane, come nel 1990. La crisi intanto tocca anche Toscana, dove il 90% del territorio è in una condizione di siccità estrema, e Lazio, con il Tevere in alcuni tratti paludoso.
I dati sono dell’Anbi, associazione che riunisce i consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue, che lancia un altro allarme sui laghi: senza neve, si stanno svuotando, il loro stato di salute è compromesso.
Gli interventi in vista sono: rinforzare i corsi d’acqua facendone rilasciare un po’ dalle dighe, collegare temporaneamente acquedotti vicini per compensare le situazioni più critiche, coordinare il lavoro degli enti territoriali perché, sottolinea il ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli, «l’acqua in alcune zone c’è». Non è escluso un razionamento, a livello locale, dell’acqua. Alcuni Comuni del Piemonte hanno già iniziato a disporlo. La dichiarazione dello stato di emergenza consentirà il rapido rimborso del costo delle autobotti.