Corriere della Sera

E l’«educazione patriottic­a» a scuola si insegnerà dai 6 anni

- di Marco Imarisio

«Inuovi corsi sono mirati a insegnare l’amore e la riconoscen­za dei giovani per i combattent­i della Grande Guerra Patriottic­a e di tutte le altre guerre combattute dal nostro popolo».

Buone vacanze, bambini della Russia. Al vostro ritorno in classe, il prossimo primo settembre, ogni lunedì dovrete assistere all’alzabandie­ra in cortile, mentre ascolteret­e l’esecuzione dell’inno nazionale dagli altoparlan­ti. Una volta in classe, anche i più piclezioni coli, gli alunni delle elementari, troveranno una materia in più da studiare. Quasi inutile dire quale. Sappiate solo che il nuovo corso si chiama «educazione patriottic­a dei cittadini della Federazion­e Russa». Gli adulti che si prendono cura di voi sono sicuri che questa iniziativa «rafforzerà e instillerà l’amore per la Patria». Perché queste nuove «mirano a formare le opinioni delle giovani generazion­i sulla base dei valori nazionali avviandole verso una giusta valutazion­e degli eventi che riguardano la nostra nazione».

L’anno scolastico è appena finito. Come da tradizione sono arrivate le nuove linee guida per l’insegnamen­to. Con un po’ di ritardo, questa volta.

A metà maggio, il Parlamento russo ha respinto il piano presentato dai ministeri dell’Educazione e dell’Istruzione, che pure già recepiva l’ordine di istituire le «classi patriottic­he» e di licenziare gli insegnanti che rifiuteran­no di farne parte. Ancora non bastava. La riscrittur­a dei libri didattici di storia non era stata ritenuta soddisface­nte, poco importa che già fosse stato cancellato qualsiasi riferiment­o all’Ucraina.

La questione non è di poco conto. Anzi, riguarda la «sicurezza nazionale», come è scritto nel testo che rispedisce al mittente la prima proposta. Così importante da far intervenir­e il secondo uomo più potente della Russia. Nikolaj Patrushev, l’ex capo dei Servizi segreti oggi alla guida del Consiglio di sicurezza, si era alzato in piedi per chiedere una revisione completa del sistema educativo russo «al fine di sviluppare una nuova generazion­e di patrioti». Dopo avere criticato i libri di storia perché davano poco risalto all’eroismo sovietico contro Hitler, quello che per distacco viene considerat­o il politico più falco tra i falchi aveva attaccato gli insegnanti, che «troppo spesso scelgono di stare con il nemico occidental­e, manipoland­o i bambini e distorcend­o la storia».

Patrushev ha esautorato il ministero dell’Educazione, affidando la revisione dei manuali non a un docente, ma a Sergey Naryshkin, il suo successore ai vertici dell’intelligen­ce, anche direttore della Società Storica della Russia. «Il nostro presidente» si legge nel nuovo testo varato pochi giorni fa «approva l’introduzio­ne dell’educazione storica nelle scuole elementari, con una particolar­e attenzione rivolta a quella della nostra Madre Patria». I bambini potranno anche contare su una attività extra curriculum chiamata «Conversazi­one su temi importanti», durante la quale potranno ascoltare in video autorevoli esponenti del governo «che li aiuteranno a capire l’importanza della memoria storica». Altro che i talk show. La propaganda comincia a scuola.

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