Corriere della Sera

Bruna, la gemella uccisa e ora le minacce di morte «Lui fu assolto, ma lo temo»

Genova, «il killer delle fidanzate» potrebbe uscire fra un anno

- di Alfio Sciacca

«Sono seriamente preoccupat­a che non appena potrà uscire dal carcere lui tornerà ad uccidere qualche altra donna». Bruna Biggi è la sorella gemella di Luciana, morta a 36 anni in un vicolo di Genova, nell’aprile 2006. Per quel delitto fu indagato e processato l’ex fidanzato, Luca Delfino. Ma nonostante i gravi indizi in Corte d’Assise venne assolto. Tranne poi tornare in cella per l’omicidio nel 2007 di un’altra ex fidanzata, la 33enne Antonella Multari, massacrata a Sanremo con 44 coltellate. Delitto per il quale sta finendo di scontare 16 anni e 8 mesi nel carcere di Ivrea.

Bruna ha pensato subito a lui quando ieri mattina, sul Secolo XIX, ha letto la notizia che attorno alla sua abitazione sarebbe stato attivato un servizio di vigilanza da parte delle forze dell’ordine. Tutto sarebbe collegato alle dichiarazi­oni di un detenuto che sta collaboran­do con i magistrati e che, tra le altre cose, avrebbe raccontato di un piano per uccidere proprio lei. Un progetto che sarebbe stato messo a punto da un ex compagno di cella del collaborat­ore con l’obiettivo di eliminare Bruna Biggi, «ma facendolo passare per un incidente».

Al momento non viene fatto alcun collegamen­to con Luca Delfino, ma il lavoro degli inquirenti è ancora in corso. Forse per questo la fuga di notizie ha creato imbarazzo, sia in Questura che in Prefettura, dove preferisco­no non fare alcun commento, senza però smentirla.

La stessa Bruna Biggi non sapeva nulla: «Non mi sono accorta della presenza di forze dell’ordine attorno a casa mia e comunque non capisco perché nessuno abbia ritenuto di informarmi». Infatti si tratterebb­e di un servizio di vigilanza molto discreto per controllar­e la presenza di individui sospetti in prossimità della sua abitazione.

Ma tanto è bastato per riaprire una ferita che non si è mai rimarginat­a. «Io aspetto di capire meglio, ma se qualcuno ha progettato di farmi del male non può che essere lui — afferma Bruna—. Chi dal carcere potrebbe avercela con me? E comunque io non intendo cambiare il mio stile di vita perché lui non mi fa paura. Sono solo terribilme­nte infastidit­a di rivedere sui giornali la foto di me e mia sorella e quello accanto».

Brucia ancora la clamorosa assoluzion­e in Corte d’Assise. Alla vigilia della sentenza Bruna era certa della condanna e chiedeva semmai che «Delfino finisse in carcere e buttassero via le chiavi». Per lui il pm chiese 25 anni. Ma i giudici lo ritennero non colpevole per carenza di prove. «Lo so io e lo sanno tutti gli italiani che è stato lui l’assassino di mia sorella, ma si è presentato con un avvocatone ed è riuscito a farla franca».

Quello che venne definito il «killer delle fidanzate», oltre alla condanna per il delitto Multari, ha cumulato altri due anni e mezzo per ricettazio­ne. Mentre è stato assolto anche da un’altra accusa di violenza sessuale dopo la denuncia di un ex compagno di cella. «In carcere è stato un detenuto modello — dice il suo avvocato, Riccardo Lamonaca — stiamo facendo i calcoli e, con gli sconti di pena per buona condotta, potrebbe uscire entro un anno. Anche se resta un soggetto particolar­e sul quale occorrerà vigilare». Il legale comunque esclude che possa esserci lui dietro le minacce a Bruna Biggi: «Che interesse

Ferita aperta

Con mia sorella è morta una parte di me

La notte la sogno, bella e piena di vita

Le intimidazi­oni Se qualcuno vuole farmi del male non può essere che lui: chi dal carcere può avercela con me?

avrebbe a mettersi nei guai visto che ha già scontato la sua pena?»

Ma per la sorella della sua ex fidanzata quell’uomo resta ancora estremamen­te pericoloso. «È folle, ma lucido allo stesso tempo — afferma Bruna Biggi—. Si tratta di un predatore narcisista che una volta fuori tornerà a caccia di altre donne. È un soggetto che non sa accettare la separazion­e. Vuole il controllo sulle donne e quando loro lo vogliono lasciare mette in atto il piano per farle fuori». Nella sua rete, secondo Bruna, rimase intrappola­ta anche la sorella gemella. «Con lei — si commuove — è morta una parte di me. La notte la sogno: piena di vita e bella come il sole. Eravamo inseparabi­li, stavamo sempre insieme. Non meritava tutto questo».

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Bruna Biggi (a sinistra) con la sorella gemella Luciana uccisa a Genova il 28 aprile del 2006. Aveva 36 anni
Insieme Bruna Biggi (a sinistra) con la sorella gemella Luciana uccisa a Genova il 28 aprile del 2006. Aveva 36 anni

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