Il Memoriale Brion va al Fai Visite aperte dall’8 luglio
«Un monumento dello spirito, l’ingresso in un mondo sconosciuto…». Così Marco Magnifico, presidente del Fai, il Fondo per l’ambiente italiano, definisce il Memoriale Brion a San Vito di Altivole, provincia di Treviso: un’onirica Arca della Memoria nella campagna trevigiana, tra canali coperti di ninfee, citazioni di paradisi islamici e di giardini giapponesi. È il monumento funerario Brion, capolavoro dell’architetto Carlo Scarpa, che i figli Ennio e Donatella Brion hanno donato al Fai. Il Maxxi di Roma ha ospitato la presentazione del 70° bene tutelato dal Fai perché dal 2001, ha ricordato la presidente Giovanna Melandri, ospita l’archivio Scarpa grazie alla «pionieristica acquisizione» di Margherita Guccione, oggi responsabile scientifico del progetto Grande Maxxi. Materiale di studio, ha sottolineato Melandri, «che aiuterà a comprendere un capitolo unico dell’architettura contemporanea italiana e avvierà una nuova collaborazione tra noi e il Fai». Il Memoriale Brion venne commissionato nel 1969 da Onorina Brion Tomasin in memoria di suo marito Giuseppe, scomparso nel 1968, fondatore della Brionvega, azienda nel dopoguerra all’avanguardia nella produzione di tv, radio ed elettronica con un’altissima qualità di design. Inevitabile che la commissione di un Memoriale andasse a un grande dell’architettura come Carlo Scarpa che lo realizzò tra il 1970 e il 1978, quando morì in Giappone: volle essere sepolto anche lui lì. Il Memoriale sarà aperto al pubblico dall’8 luglio dal Fai, che ne curerà visite guidate e manutenzione: il complesso risente degli agenti atmosferici.