«Quanto costerà un’auto elettrica nel 2035?»
Mi ha molto colpito l’intervento della Presidente del Senato Casellati sull’Italia «al bivio dell’auto elettrica» (su Formiche.net). La transizione energetica è un obbligo morale e un imperativo categorico per il pianeta. Ridurre le emissioni di gas serra, passare a fonti energetiche rinnovabili, puntare sul risparmio energetico, andare verso economie sempre più sostenibili, è interesse dello stesso consumatore. Se oggi le bollette di luce e gas sono insostenibili per gran parte delle famiglie è anche perché dipendiamo ancora troppo dal gas, per di più russo. Come in tutte le cose, però, serve equilibrio. Ma come sostiene giustamente la Casellati servono «scelte sostenibili sul piano ambientale ed economico allo stesso tempo», o rischiamo una rivoluzione con effetti distorsivi e controproducenti che invece, con una diversa tempistica e maggiore equilibrio, potrebbero essere evitati.
Troppo spesso in Europa, per essere politically correct e fare i primi della classe, si sono fatti ricadere i costi di queste scelte sulle tasche dei consumatori, come quando sono stati costretti a cambiare tv nuove per lasciare spazio alla rete 5G. Insomma, il problema non è l’obiettivo finale, ma come e quando ci si arriva e chi pagherà. Sui rincari delle bollette, ad esempio, ha inciso anche l’aumento esponenziale dei costi della CO2 e il meccanismo Ets. L’aver creato, di fatto, un mercato finanziario dei crediti di CO2 ha favorito speculazioni. Al di là del fatto che l’inquinamento delle auto elettriche dipende dal mix energetico con il quale sarà prodotta l’elettricità, quanto costerà un’auto elettrica nel 2035 rispetto a una a combustione? Saranno possibili carburanti alternativi? Sono domande che meritano una risposta.
Avv. Massimiliano Dona, Presidente Unione Nazionale Consumatori
Il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori pone il problema delle scelte sostenibili i cui costi ricadono sui consumatori. Come per l’auto elettrica