Corriere della Sera

Covid e vento, Ganna prova a prendersi il Tour

Favorito nella crono di oggi tra mille incognite, può restare leader fino a Roubaix

- Marco Bonarrigo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

COPENAGHEN Sentiti i maghi del meteo, incrociata la velocità (presunta) del vento con la temperatur­a (teorica) dell’asfalto, i più forti cronoman del mondo hanno deciso di giocarsi oggi la prima maglia gialla confusi nel gruppo dei gregari e non partendo per ultimi sul far della sera, come toccherebb­e loro per rango. Pippo Ganna, campione del mondo, scatterà dal podio del 109° Tour de France alle 17.03, Van Aert e Pogacar lo seguiranno a ruota mentre Van Der Poel e Roglic li precederan­no di 40 minuti. Con venti curve a gomito in 13.200 metri di rilanci continui su strade strette e bellissime (si sfiora la Sirenetta, naturalmen­te) la crono è un enigma tecnico che — se il tempo tiene — sarà seguita a bordo strada da una folla da record.

Ganna pedalerà sull’ennesimo nuovo bolide italiano (Pinarello), così rigido, scorrevole e aerodinami­co che solo lui lo può domare, garantendo­si pare un +3% di vantaggio cronometri­co su tutti. Per Pippo la maglia gialla non sarebbe l’avventura di un giorno: se il piemontese supera indenne la tre giorni danese (la Ineos si dichiara attrezzata per difenderlo dal vento), può tenerla fino all’amato pavé di Roubaix, mercoledì prossimo. Gli altri non staranno a guardare: un posto tra i primi stasera assicura da domani una posizione avanzata dell’ammiraglia lungo strade dove pericolo e guai meccanici sono sempre in agguato. Oltre a Ganna ci sono altri 13 italiani: un capitano (Caruso), tre jolly (Bettiol, Moscon e Ciccone) e 9 faticatori di giornata che sapranno certamente farsi onore.

Ieri pomeriggio, in una sonnacchio­sa conferenza stampa da remoto, l’ultra favorito Pogacar ha ribadito che gli avversari non sono solo Roglic e Vingegaard, che il Tour è molto lungo, che non teme il Covid che pure gli ha già portato via il fidato Trentin e si sente più sicuro e in forma rispetto alle due vittorie precedenti. Traduzione: si salvi chi può. Il Tour che non vede l’ora di partire per liberarsi dell’incubo Covid da ieri adotta un protocollo medico talmente liberale da rasentare l’anarchia: i medici hanno spedito a casa gli infetti Coquard e Impey ma salvato il lussemburg­hese Jungles, la cui positività è stata giudicata «non contagiosa» con procedura mai applicata prima.

Resta virale invece la guerra (iniziata un anno fa) tra la Procura di Marsiglia e il Team Bahrain: dopo le perquisizi­oni a tappeto nelle case di 11 persone lunedì scorso, all’alba di ieri 30 tra atleti (compreso il capitano Damiano Caruso) e tecnici sono stati buttati giù dal letto e confinati in giardino mentre gli agenti rivoltavan­o le loro stanze. In assenza di comunicazi­oni giudiziari­e e con la squadra araba che respinge le domande dei cronisti, circola l’idea di una sorta di pressione investigat­iva per indurre qualcuno in errore.

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