Rischio energia, il viaggio di Mattarella in Mozambico
Dall’inizio della guerra in Ucraina, Mario Draghi ha avviato una strategia per ridurre il più rapidamente possibile la dipendenza italiana dal gas russo. Dipendenza che, dopo una serie di nuovi accordi commerciali stretti dal governo con vari Paesi (fra i primi, l’Algeria, già nostro fornitore, e Israele), è passata in pochi mesi dal 40 al 24%.
Questo attivismo pianificato da Palazzo Chigi è condiviso in pieno dal Quirinale, che non a caso offre al premier il sostegno della propria diplomazia parallela. Il viaggio che Sergio Mattarella comincia domani sera in Mozambico, uno dei principali produttori di gas del mondo e terzo in Africa, va inquadrato proprio in questa linea d’intenti. A Maputo, non per caso, è volato nel marzo scorso il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, accompagnato dall’amministratore delegato di Eni Claudio De Scalzi, per perfezionare e firmare nuove intese.
La missione del capo dello Stato naturalmente va anche oltre l’emergenza energetica e gli interscambi economicoindustriali (laggiù sono presenti, oltre a Eni, imprese chiave come Saipem, CMC, Bonatti e Nuovo Pignone). Mira infatti a rinsaldare legami bilaterali profondi e coltivati nei decenni con il Paese dell’Africa australe, nostro storico partner. Basti pensare al ruolo avuto dalla Comunità di Sant’Egidio nel propiziare la storica pace siglata a Roma nel 1992 e che mise fine a una lunga guerra civile tra il Fronte di Liberazione del Mozambico e la Resistenza Nazionale Mozambicana. Anche per questo Mattarella, dopo aver incontrato i vertici istituzionale, visiterà il centro Dream della Comunità di Sant’Egidio, nella periferia di Zimpeto, che costituisce una delle testimonianze di maggior successo dell’impegno della società civile italiana per migliorare le condizioni delle fasce più deboli della popolazione.
Giovedì il presidente si sposterà a Lusaka, in Zambia, per altri due giorni di visita ufficiale.