Il primo stop dei giudici a un progetto del Pnrr A Bari ferrovia bloccata
La decisione del Tar. L’opera vale 406 milioni
MILANO A Melendugno, in provincia di Lecce, erano stati gli ulivi a bloccare il gasdotto Tap. Sulla linea ferroviaria Adriatica la tutela della nidificazione degli uccelli fratini ha rimandato, per due decenni, il raddoppio dei binari tra Termoli e Lesina. Adesso, nuovamente in Puglia, è il «parco che non c’è» a bloccare un’altra grande opera, la parte Sud del Nodo ferroviario di Bari. Una infrastruttura prevista fin dal 2001 che vale 406 milioni di cui più della metà, 205, finanziati attraverso il Pnrr. L’impegno del Piano nazionale di ripresa e resilienza, però, dal 1° luglio è a rischio a causa dello stop ordinato dal Tar Puglia che mette in crisi i tempi di realizzazione dell’opera, avviata nel 2019 con la deviazione della Strada Statale 16 in modo da dar spazio ai nuovi binari per un tratto di 10 chilometri. Si tratta, in pratica, del primo grande progetto previsto dal Pnrr bloccato da giudici amministrativi.
Nel dettaglio, il Tar Puglia (terza sezione, presidente Orazio Ciliberti) ha sospeso il progetto della nuova rete ferroviaria nella zona di Lama San Giorgio accogliendo l’istanza cautelare del Comitato «Le Vedette della Lama» e del Comune di Noicattaro contro Regione Puglia, Città metropolitana di Bari, Soprintendenza, ministeri di Cultura, Infrastrutture e Transizione ecologica e Rfi. Motivo? I ricorrenti avevano evidenziato come il tracciato individuato per il passaggio dei binari ritela. cadesse in una zona con alberi secolari (ulivi e carrubi, con qualche cespuglio di orchidee) e un insediamento archeologico, che però Regione Puglia e Soprintendenza non avevano giudicato degni di tu«Questa per noi è una grande vittoria — ha commentato sulla sua pagina Facebook il sindaco pentastellato di Noicattaro, Raimondo Innamorato — e proseguiremo questa azione a tutela di un territorio di pregio che vogliamo sia valorizzato con l’istituzione del Parco naturale regionale “Lama San Giorgio e Giotta”».
E adesso che succede? Stando all’ordinanza del Tar, «l’assenza di alternative localizzative e/o progettuali» non sarebbe stata adeguatamente motivata dai pareri tecnici, mentre «alternative sembrerebbero essere emerse nel corso del procedimento». Così i giudici amministrativi hanno ordinato alla stessa Regione Puglia di riesaminare il progetto individuando quello «idoneo meno impattante da un punto di vista ambientale e paesaggistico», tenendo conto delle questioni sollevate dai ricorrenti e con il loro stesso coinvolgimento. L’udienza di merito si discuterà il 18 gennaio 2023, cioè fra più di sei mesi. E questo stop ai lavori — fanno sapere da Rfi — mette in crisi i tempi di realizzazione dell’opera e, quindi, l’impegno di 205 milioni del Pnrr.