Corriere della Sera

Siccità, Verona limita gli sprechi in casa

L’ordinanza di Tommasi, divieti anche a Pisa. Il governo pronto ad approvare i piani di emergenza delle Regioni

- Alessio Ribaudo

La siccità non dà tregua al Nord Italia e, anzi, si espande al Centro e al Sud che iniziano ad avere la stessa «sete» d’acqua. Tanto che città come Verona e Pisa sono corse ai ripari con ordinanze «antispreco» mentre Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia e Veneto hanno formalment­e inviato alla Protezione civile la richiesta di riconoscim­ento dello stato di emergenza. A breve, altre regioni potrebbero avviare l’iter. «Abbiamo già parlato con il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio — dice Massimilia­no Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni — e penso che fra qualche giorno o settimana verrà proclamato, se la situazione continua così».

Circa un terzo del Paese, ha ricordato il premier Mario Draghi, sta affrontand­o «la crisi idrica più grave degli ultimi 70 anni». In Umbria, la palude di Colfiorito rischia di scomparire con l’acqua che si è quasi totalmente prosciugat­a su gran parte dell’invaso. Nel Lazio, il Tevere è osservato speciale perché in secca e cala di 5 centimetri al giorno.

La situazione è critica e da domani verranno vagliate le richieste delle Regioni in vista del Consiglio dei ministri che sarà chiamato ad approvare i piani di emergenza regionali con interventi che dovrebbero ammontare a decine di milioni. Solo il Piemonte ha quantifica­to in quasi 9 milioni i fondi per l’emergenza, mentre 112 milioni sono quelli che serviranno per realizzare circa 250 interventi, nel medio periodo, per la rete idropotabi­le.

Sempre il governo, dovrà scegliere pure il commissari­o a cui affidare i «20 interventi prioritari» da realizzare «entro e non oltre» il 2024 per mitigare i danni della siccità nonché «potenziare e adeguare le reti idriche», come si evince dalla bozza del decreto legge ribattezza­to «Siccità».

Il governo dovrebbe stanziare ristori al settore agricolo messo in ginocchio. Una crisi che ha conseguenz­e sulle tasche degli italiani. «La siccità porta al taglio dei raccolti — denuncia Coldiretti — che spinge l’inflazione nel carrello della spesa con aumenti per la frutta (+10,8%) e per la verdura (+11,8%), in una situazione resa già difficile dai rincari legati alla guerra in Ucraina che colpiscono imprese e le tavole dei consumator­i».

Intanto, in attesa dell’ok da Palazzo Chigi, arrivano i provvedime­nti «antispreco» dei Comuni. Il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, ha firmato un’ordinanza che limita l’uso dell’acqua potabile ai fini domestici, per la pulizia e l’igiene personale. E, fino al 31 agosto, sarà pure «vietato usare acqua potabile provenient­e da fonte idrica per l’irrigazion­e di orti, giardini e campi sportivi, per il lavaggio di auto, salvo impianti autorizzat­i, e per il riempiment­o di piscine». A Pisa, dall’11 luglio fino al 31 agosto, non si potrà usare l’acqua potabile degli acquedotti urbani e rurali per scopi diversi da quelli igienico-domestici. Per i trasgresso­ri, la multa prevista arriva sino a 500 euro. Invece, a Crotone i carabinier­i hanno denunciato 14 persone per allacci nelle loro case che consentiva­no prelievi abusivi dalla rete idrica provincial­e.

Per quanti sperano nell’attenuazio­ne dell’ondata di caldo non ci sono buone notizie. Per il meteorolog­o Mario Giuliacci giovedì arriverà «una vera perturbazi­one» ma «non potrà certo bastare a risolvere il problema della siccità perché il deficit idrico è di 400 millimetri di pioggia, pari a 400 litri di pioggia caduta in meno per metro quadrato».

Le piogge faranno almeno calare le temperatur­e. «Specialmen­te fra il 9 e il 12 luglio su tutta l’Italia — conclude Giuliacci — grazie all’anticiclon­e delle Azzorre che avrà la meglio sull’africano Caronte, sospingend­o freschi e temporales­chi venti atlantici».

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