Sala: «Riconosceremo i figli delle coppie omogenitoriali»
Il sindaco al Pride: Camere ferme, a Milano abbiamo riattivato la norma
MILANO «Da venerdì abbiamo riattivato il riconoscimento dei figli nati in Italia da coppie omogenitoriali. È con grande gioia che ho firmato il provvedimento personalmente nel mio ufficio». Il sindaco di Milano Giuseppe Sala sale sul palco del Pride e in tre minuti dice tutto quello che i 300 mila presenti prima alla parata e poi all’Arco della Pace aspettano dal 2020, da quando la Cassazione fermò i Comuni che trascrivevano le nascite dei bimbi di coppie dello stesso sesso.
Le prime destinatarie dell’atto del primo cittadino sono state due neomamme milanesi la cui bambina — nata di recente in Italia — è stata «trascritta» come figlia di entrambe, pertanto con il doppio cognome. «Dopo le sentenze avverse — ha spiegato Sala — il Parlamento doveva legiferare: ho aspettato che lo facesse ma non si sono mossi e dovevo fare la mia parte». E da Torino plaude all’iniziativa il coordinatore del Pride cittadino, Marco Giusta: «Nei prossimi giorni approfondiremo la questione, per capire se il nostro Comune possa seguirne l’esempio, facendo ripartire anche da noi le registrazioni».
Intanto, dopo due anni di stop dovuti alla pandemia, il Pride dei «diritti senza conflitti» — questo lo slogan scelto per l’edizione milanese — torna a animare la città, con la sua parata e i suoi carri arcobaleno. Ma quest’anno il corteo per la prima volta si snoda in un percorso nuovo: l’appuntamento serale è infatti all’Arco della Pace, lì dove a ottobre migliaia di persone si sono radunate in protesta per lo stop al ddl Zan. A ricordare l’importanza che avrebbe avuto quella legge è stato il flash mob dei «Sentinelli di Milano» in ricordo di Cloe Bianco, la professoressa transgender che qualche settimana fa si è tolta la vita dopo aver subito angherie e soprusi sul posto di lavoro a causa del suo coming out. E nonostante il clima di festa della manifestazione, non sono mancate le frizioni tra gli organizzatori e Regione Lombardia, che anche per quest’anno ha negato il patrocinio, pur avendo votato lo scorso 14 giugno una mozione — passata a voto segreto — che garantiva la presenza istituzionale del consigliere Dario Violi del Movimento Cinque Stelle. Un «contentino» che non ha tuttavia soddisfatto l’Arcigay che, attraverso le parole del presidente milanese Fabio Pellegatta, non ha consentito a Violi di intervenire dal palco: «Sale solo chi si sta adoperando per la crescita sociale e per costruire un percorso di crescita civile: bisogna dimostrare di fare qualcosa di concreto». Critico Sala sia verso l’associazione — «avrebbe potuto far salire sul palco Violi» — sia verso il governatore Attilio Fontana: «Ha sbagliato a non concedere il patrocinio. Tutti noi sappiamo che nella nostra comunità la parte che appartiene al mondo Lgbtq+ è enorme e non possiamo ignorarla».
Ieri l’onda arcobaleno ha attraversato anche Napoli, Bari, Catania, Sassari, mentre oggi sarà a Padova.