PERCHÉ VERONA NON È COME LA DISEGNANO
Caro Aldo,
come spiega che in una città di destra come Verona abbia vinto la sinistra?
Sandro Santoni, Roma
Caro Sandro,
Aparte il successo personale di Damiano Tommasi, credo che ai danni di Verona si sia creato un equivoco.
Verona è considerata in effetti la città più di destra d’Italia: lo scenario dei delitti di Ludwig. La città più nichilista: la culla di Pietro Maso, che uccide i genitori per l’eredità e poi va in discoteca. La città più razzista: i tifosi dell’Hellas multati di continuo per i cori su neri e meridionali (cui i napoletani risposero con uno striscione contro l’incolpevole Giulietta). Fu anche considerata la città più leghista, grazie a Flavio Tosi, che annunciò che non avrebbe mai messo il ritratto di Napolitano in ufficio — invece poi lo mise —, e arrivò al consiglio comunale con una tigre al guinzaglio, evocando non si sa quanto consapevolmente il Duce, che possedeva una leonessa e dopo averla accarezzata proclamava: «Odoro di leone!».
In realtà, Verona non è nulla di tutto questo. È semplicemente una città un po’ complessata. Certo, l’estrema destra esiste, ma non è più rumorosa che altrove, e certo lo è meno che a Roma. Certo, esiste — come nel resto del Veneto — una maggioranza conservatrice, che può avere venature ora moderate ora reazionarie; ma il centrosinistra aveva già vinto nel 2002 con Paolo Zanotto. Il complesso di Verona è non essere considerata per quel che vale, non contare per quel che pesa. A molti veronesi non importa più di tanto. «Non c’è mondo per me al di là delle mura di Verona, c’è solo purgatorio, tortura, l’inferno stesso»: non è solo un verso di Shakespeare, scritto sui portoni di piazza Bra e tatuato sui corpi di molti tifosi dell’Hellas; è una mentalità diffusa. Però alla città un po’ pesa essere rappresentata in modo così negativo nel resto del Paese. Tanto più che all’estero Verona è una delle città più famose d’Italia, all’altezza di Roma, Venezia, Firenze; infatti è la quarta per numero di turisti. Ricca anche in tempi di crisi, da sempre porta d’Italia per il mondo tedesco, Verona si sente sottorappresentata, avverte di non avere quel peso politico e culturale che la sua forza le consentirebbe. Questo vale un po’ per tutto il Nord-Est, ma a maggior ragione per Verona, che del Nord-Est è la città più popolosa (quasi un milione di abitanti la provincia, 260 mila abitanti il Comune; per arrivarci, Venezia deve sommare Mestre, Marghera, le isole…), anche se il baricentro politico è spostato su Padova, che è la vera capitale del Veneto.