Gorillas chiude, a casa 540 rider Fit-Cisl: «Inaccettabile»
Poco più di un anno fa Gorillas apriva a Milano il suo primo «dark store» italiano, domani invece avvierà le procedure di licenziamento per 540 lavoratori e lavoratrici in tutta Italia e metterà in liquidazione la società. «Inaccettabile» attacca il sindacato Fit-Cisl con cui la start-up tedesca che consegna in pochi minuti la spesa a domicilio aveva appena sottoscritto un accordo per inquadrare i rider con il contratto nazionale di settore. Invece per i lavoratori che girano per le città di Milano, Roma, Bergamo, Torino e Firenze, dove oggi il servizio è attivo, potrebbe arrivare il licenziamento. La Fit-Cisl contesta la decisione — «considerando che la società si è collocata su un mercato in forte espansione» — e
chiede un incontro a Roma all’ambasciata della Repubblica federale tedesca e l’intervento del ministro del Lavoro Andrea Orlando: «Questo episodio ripropone il dibattito su come tali piattaforme di food delivery si insedino nel nostro Paese in assenza di chiare e definite regole». E proprio di piattaforme digitali e della direttiva allo studio a Bruxelles sulle condizioni dei lavoratori parlerà Orlando mercoledì con la sua omologa spagnola Yolanda Díaz, il commissario europeo per l’occupazione, gli affari sociali e l’integrazione Nicolas Schmit e il direttore esecutivo Ela (European Labour Authority) Cosmin Boiangiu nell’evento «Transnational aspects of platform work» promosso dal suo ministero. «Si tratta di lavoratori — spiega Orlando — che spesso non hanno i diritti e sperimentano nuove forme dell’organizzazione del lavoro: la Commissione sta lavorando per dare un sistema di tutele a questi lavoratori cresciuti nel nostro Paese».