Corriere della Sera

Sud & Nord, così si ricuce l’Italia

Il Pnrr può aiutare. Ma dal 2026 in poi servono nuovi progetti seri e innovativi Su «L’Economia» in edicola domani gratis col «Corriere»

- Alessandra Puato

Torna d’attualità la questione meridional­e, che dall’elenco dei problemi dell’Italia non è mai uscita. Con i finanziame­nti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza arrivano risorse, ma i progetti vanno attuati entro il 2026. Bisogna fare in fretta e, soprattutt­o, individuar­e come e quanto integrare l’aiuto pubblico con gli investimen­ti privati. Perché il Pnrr, da solo, non basta. Serve una strategia in chiave europea. «Senza una ripresa del Sud l’Italia non ce la farà a riprendere un cammino stabile di crescita — scrive Ferruccio de Bortoli, che affronta il tema su L’Economia

del Corriere della Sera, in edicola domani gratis con il quotidiano, citando l’ex presidente di Confindust­ria Antonio D’Amato —. E in un’Europa sull’orlo della deindustri­alizzazion­e il nostro Mezzogiorn­o rischia di essere un’occasione perduta anche per l’Unione».

De Bortoli sottolinea i rischi di un atteggiame­nto «di attesa quasi messianica di maggiore spesa pubblica in chiave risarcitor­ia dei torti» nei confronti del Recovery plan. E il pericolo che cambi poco se l’approccio attivo non scatta. «Forse con le risorse europee, e non solo, si colmerà un ritardo storico alle infrastrut­ture e ai collegamen­ti, ma senza idee, propositi, serietà progettual­e non si andrà da nessuna parte».

Niente incentivi distorsivi, insomma, ma «vanno create le condizioni perché sia convenient­e per il capitale privato e per gli investimen­ti esteri investire al Sud». Che peraltro «già produce il 50% dell’energia pulita italiana».

Intanto dall’altra parte dello Stivale si prepara la battaglia per l’elezione del presidente della Regione Lombardia. La cui economia struttural­e è solida e vitale, dice un’analisi della Banca d’Italia riportata dal settimanal­e.

Le imprese hanno accelerato, hanno saputo orientarsi al digitale e usare le fonti rinnovabil­i. Diversa è la mappa politica però, che riflette aree profondame­nte diverse. Difficile una gestione omogenea.

Restando al Nord, la copertina è dedicata a Francesco Milleri, definito il Delfino di Leonardo Del Vecchio. È opinione diffusa che il nuovo presidente di EssilorLux­ottica si muoverà nel solco del fondatore del gruppo di Agordo. Probabilme­nte anche su Mediobanca e Generali, ma ovviamente nulla è scontato.

Tra i personaggi della settimana ci sono i fratelli Squinzi, Veronica e Marco. Guidano insieme la Mapei, gigante dei prodotti chimici per l’edilizia. Hanno chiuso un bilancio record e vogliono crescere senza soci, con un mantra: pazienza e investimen­ti.

Fra gli altri protagonis­ti c’è Carly Fiorina, ex ceo di Hp: dice che i manager bravi sono quelli che scoprono i talenti. E c’è Sanda Ojiambo, ceo del Global compact Onu, il patto delle Nazioni Unite per coinvolger­e le imprese nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibil­e. «Vogliamo crescere dall’Italia agli Usa», dice. Nella finanza, Mediolanum lancia il termometro Esg per misurare la sostenibil­ità del rapporto del cliente con la banca dal conto corrente alle polizze. Nella sezione Risparmio, le blue chip che distribuis­cono i dividendi più alti, sopra la media del Ftse Mib (5%).

Il nuovo ruolo di Milleri (Essilux) e il termometro Esg di Banca Mediolanum

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