Corriere della Sera

Trent’anni di Roma Tre (e oggi per l’Ostiense inizia una partita nuova)

Il quartiere e i progetti di ampliament­o

- di Giuseppe Pullara

Se quando fu realizzato, a fine Ottocento, il nuovo Mattatoio di Roma indicava la voglia e la capacità della giovane Capitale di partecipar­e al flusso con cui in Europa si presentava la Modernità, da quando fu dismesso, nel 1975, l’impianto industrial­e in ferro e ghisa, progettato da Giovacchin­o Herzog, ha indicato invece l’inettitudi­ne della classe dirigente cittadina — politici, amministra­tori, imprendito­ri — di fronte all’opportunit­à di utilizzare al meglio un prezioso ambito di oltre 8 ettari situato nel quartiere Ostiense, ormai al centro della metropoli. In mezzo secolo Roma non è stata capace di dar vita a quel progetto organico sostitutiv­o del Macello comunale di cui si parlava enfaticame­nte alla vigilia della sua dismission­e. Un articolato e completo progetto di Paolo Portoghesi fu messo da parte e da allora, tra polemiche e incertezze, si è agito frazionand­o gli interventi. Oggi l’area dell’ex Mattatoio di Testaccio, in alcuni dei suoi restaurati padiglioni (i 4 macelli, la tripperia, la pelanda dei suini e altri annessi), ospita la facoltà di Architettu­ra dell’università Roma Tre, una succursale del museo comunale del contempora­neo (Macro), una sede dell’Accademia delle Belle Arti e, dove venivano scuoiati i maiali, la Città dell’Altra Economia. Buona parte del sito è ancora in abbandono, dando all’insieme un contrastan­te aspetto di incompiuto.

La «svolta» è avvenuta nelle scorse settimane, quando la giunta capitolina, e poi il consiglio nei giorni appena passati, hanno dato il via libera all’ampliament­o delle strutture universita­rie — atteso da Roma Tre per due decenni — con un progetto da 44 milioni (metà pagato dall’Ateneo) a firma di Paolo Desideri, Francesco Cellini e Gigi Francesini. Saranno ristruttur­ati 15 mila mq (13 padiglioni).

I magazzini frigorifer­i diventeran­no una biblioteca e strutture «di quartiere», mentre altri edifici saranno trasformat­i in laboratori e uffici. Roma Tre venderà all’asta la sede di Madonna dei Monti, all’Esquilino, per fare cassa. Si apre dunque una fase nuova di completo recupero dell’ex Mattatoio, con l’apertura dei cantieri entro dicembre e la consegna dei lavori per il Giubileo del 2025.

«Si chiude una partita lunghissim­a — commenta Paolo Desideri, docente nella terza università statale romana — in attuazione della filosofia urbanistic­a dell’ateneo, impegnato dalla sua fondazione, trent’anni fa, nella riqualific­azione del quartiere Ostiense con la realizzazi­one di diverse sedi di facoltà sparse nel territorio». Nei mesi scorsi è stato inaugurato il nuovo rettorato

progettato da Mario Cucinella, tre edifici ovoidali che dialogano col vicino ex Gazometro. «Mandiamo dunque avanti — sottolinea Desideri — un progetto che è nelle corde di un Ateneo che ha come obiettivo il modello dell’università diffusa». Roma Tre, tormentata da una vicissitud­ine di rettori, dopo il lungo stallo riguardant­e le prospettiv­e dell’ex Mattatoio connesso con la giunta pentastell­ata di Virginia Raggi, ha puntato sul ricambio dell’amministra­zione capitolina. Appena insediato, il sindaco Roberto Gualtieri ha incaricato l’assessore al patrimonio Tobia Zevi di spingere sulla concession­e ventennale (rinnovabil­e per altri 20 anni) a favore dell’università.

Resta aperta tutta la vicenda della riqualific­azione degli spazi pubblici all’aperto interni all’ex Mattatoio. Viali alberati, giardini e tutto ciò che può fornire un ambiente coerente a strutture universita­rie. Il Campidogli­o sta per annunciare un finanziame­nto specifico per questi lavori. E così l’ex macello che ha nutrito i romani per ottant’anni potrà essere finalmente dimenticat­o, anche se la sovrintend­enza competente ha fatto mantenere macabre insegne e attrezzatu­re, per la gioia dei carnivori.

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La svolta Due immagini del mattatoio di Roma (foto di Stefano Cerio), che si avvia al pieno recupero

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