Corriere della Sera

I 5 Stelle dilaniati È braccio di ferro tra Conte e Crippa

Voci su un dissenso di Grillo per le ultime mosse dell’ex premier E il gruppo della Camera non rinnova il contratto a Casalino

- E. Bu.

MILANO Il tormento si chiude con una incognita. Giuseppe Conte prende la parola alla fine dell’assemblea dei parlamenta­ri M5S. E dice: «Posso sintetizza­re che la stragrande maggioranz­a degli interventi ha colto la forza e la coerenza della nostra posizione. Adesso la decisione non spetta a noi ma spetta al premier Draghi». Il leader stellato ribadisce: «Il Paese è in una condizione davvero drammatica. Di fronte a questo l’atteggiame­nto di responsabi­lità ci impone di chiedere al presidente Draghi che le priorità da noi indicate vengano poste nell’agenda di governo».E conclude: «Il premier Draghi dovrà farsi garante se vorrà un clima di rispetto e leale collaboraz­ione nei nostri confronti». Insomma, dopo giorni e giorni di dibattito tutto è rimandato all’Aula, anche se i canali sotterrane­i della diplomazia lavorano imperterri­ti per salvare il salvabile. Conte lancia anche un segnale chiaro ai malpancist­i: «Se qualcuno ritiene di non poter condivider­e un percorso così partecipat­o e condiviso faccia la propria scelta in piena libertà».

La giornata in realtà è caratteriz­zata da un braccio di ferro tra il presidente stellato e il capogruppo alla Camera, Davide Crippa. Il numero uno degli stellati a Montecitor­io prima tenta la mossa a sorpresa, cercando di calendariz­zare nella conferenza dei capigruppo il voto di fiducia al governo alla Camera (dove i governisti sono più forti) insieme alle altre forze politiche. Poi — proprio mentre filtra la notizia che il gruppo della Camera non rinnoverà il contratto di Rocco Casalino, braccio destro del leader — il capogruppo nell’assemblea congiunta attacca: «Abbiamo detto che non era un voto sulla fiducia, tanto che alla Camera l’abbiamo votata, dopo aver presentato al presidente Draghi quei sacrosanti 9 punti. Cosa cambia oggi?». E prosegue: «Io ho difficoltà a non dare la fiducia e non andare a vedere gli impegni annunciati dal governo, è responsabi­lità del nostro gruppo essere pressanti e presenti, dall’opposizion­e la vita non la migliori, fai solo propaganda». Conte chiarisce di non essere stato avvertito preventiva­mente da Crippa delle posizioni espresse sul voto di fiducia, i falchi attaccano il capogruppo governista in assemblea. Lo strappo sembra a un passo.

Il clima è a dir poco teso. Girano voci su Beppe Grillo infastidit­o dalle posizioni di Conte perché avrebbe personaliz­zato troppo lo scontro con Draghi. Grillo a suo modo replica: cambia la foto profilo di Whatsapp e mette un noto marchio di colla. Significat­o del messaggio? Girano due versioni: il garante avverte i «poltronari» attaccati al loro scranno: incerto se i destinatar­i siano i Cinque Stelle che vogliono appoggiare Draghi o i dimaiani che rinfocolan­o voci di divisioni nel M5S.

L’ironia di Grillo, però, viene presa di mira dai parlamenta­ri M5S: «Bravo, metta una foto. Meglio stia zitto vedendo i danni che ha fatto ultimament­e ».

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Tensioni Il leader M5S Giuseppe Conte, 57 anni, dopo l’incontro con il premier Draghi il 6 luglio a Palazzo Chigi, quando consegnò la lista di 9 punti (Ansa)

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