Corriere della Sera

Ferma con la pistola il killer in azione Celebrato come Buon Samaritano

Nuovo attacco in Indiana: l’assalitore ucciso da un giovane armato

- Di Giuseppe Sarcina

Mark Myers, sindaco della cittadina di Greenwood, nell’Indiana, ha già scomodato il Vangelo: «Il Buon Samaritano». È un giovane di 22 anni, di cui non conosciamo ancora il nome, ma che presto diventerà una celebrità nel Paese delle armi e delle stragi a ciclo continuo.

Sono le 6 di domenica pomeriggio, questo ragazzo e la fidanzata stanno facendo la spesa nel Greenwood Park Mall, un centro commercial­e poco a sud di Indianapol­is. A un certo punto si scuote, sente un rumore per lui inconfondi­bile. Colpi d’arma da fuoco. Un altro ragazzo, armato con un fucile a canna lunga, sta sparando nel mucchio. Cinque corpi sono già a terra, immobili. Tre risulteran­no morti; due, compresa una ragazzina di dodici anni, feriti. Il killer, Jonathan Sapirman, è un ventenne del posto. Ha un altro mitragliat­ore di riserva, pistole e una marea di proiettili a disposizio­ne. Soprattutt­o non ha alcuna intenzione di fermarsi. I poliziotti arriverann­o a breve. Ma per il momento non si vedono divise: solo persone che scappano, che cercano un qualsiasi riparo in quella specie di poligono a campo aperto. Il ventiduenn­e, invece, sa cosa fare. Tira fuori una pistola e va incontro a Jonathan. Non sappiamo ancora se ci sia stato un faccia a faccia. Un duello lampo. Conosciamo il risultato. L’assassino si aggiunge alla lista dei morti.

Ora una parte consistent­e dell’America ha un nuovo eroe. Ancora il sindaco Myers: «Quel ragazzo ha salvato molte vite. A nome della città di Greenwood, gli sono grato per la sua rapida azione e per il suo eroismo». Il primo cittadino è un repubblica­no, fedelissim­o dell’ex vice presidente Mike Pence e del governator­e Eric Holcomb. Le sue parole hanno raccolto un largo consenso immediato in Indiana e non solo. Il capo della polizia locale, Jim Ison, si è affrettato a confermare che il giovane giustizier­e era perfettame­nte «a norma»: aveva comprato la pistola rispettand­o tutte le procedure. Ha sorvolato sul fatto che il regolament­o del supermerca­to Greenwood Park Mall proibisca di entrare con un’arma. E del resto la sede centrale della catena alimentare ha precisato che «i manager locali possono adottare regole più flessibili». Come dire: ma sono obiezioni da fare? La reazione del «normale cittadino» è uno dei principi base della cultura dell’autodifesa predicata dalla Nra, la National Rifle Associatio­n, l’organizzaz­ione dei produttori e dei possessori di armi. Nell’ultimo meeting annuale, organizzat­o a Houston il 27 maggio, tre giorni dopo la strage nella scuola elementare di Uvalde (sempre in Texas), i soci partecipav­ano a seminari tipo: «Come sfruttare il momento decisivo», che sarebbe l’attimo in cui proteggers­i, sparando prima di diventare un bersaglio. L’impresa del «Buon Samaritano» ha fatto ombra a tutto il resto.

Le cinque vittime, compresi i feriti, sono quattro donne e un uomo. Nelle prossime ore, però, sapremo qualcosa in più anche su Jonathan, protagonis­ta di un’altra giornata di follia americana.

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Sulla scena del crimine I soccorsi a Beech Grove dopo la sparatoria nel parco, che ha portato alla morte di tre persone oltre al killer

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