Donna e di una tribù: sarà la nuova presidente della grande democrazia?
La più grande democrazia del mondo avrà un nuovo presidente. Ieri in India sono iniziate le votazioni per eleggere il nuovo capo di Stato: oltre 4.000 tra parlamentari nazionali e delle Assemblee statali dovranno scegliere tra Droupadi Murmu, 64 anni, e Yashwant Sinha, 84. Murmu è la candidata ufficiale — e per questo è largamente favorita — del Partito del popolo indiano (Bjp), guidato dal premier Narendra Modi.
Se fosse eletta, sarebbe la seconda donna a ricoprire la carica, ma anche il primo presidente appartenente a una minoranza etnica: Murmu è nata nell’Orissa, uno Stato dell’India orientale, in una famiglia della comunità tribale dei Santhal. Dopo gli studi, ha iniziato come maestra di scuola elementare. Poi, alla fine deli anni Settanta, il primo ruolo amministrativo: assistente praticante del dipartimento statale per l’Irrigazione. Ma Murmu ha abbandonato l’insegnamento solo nel 1997, quando è stata eletta nel consiglio comunale di Rairangpur. Era il 2015 quando diventò governatrice dello Stato di Jharkhand. Due anni dopo, il suo nome era tra i papabili alla presidenza del Paese — una carica pressoché rappresentativa — ma gli fu preferito Ram Nath Kovind.
«Droupadi Murmu ha dedicato la sua vita a servire la società e ad aiutare i poveri, gli oppressi e gli emarginati», ha scritto Modi su Twitter lanciando la sua candidatura. Ma Murmu è anche una donna profondamente religiosa: lei stessa ha confessato di essersi avvicinata alla spiritualità dopo avere perduto due dei suoi tre figli nel giro di quattro anni.