Corriere della Sera

Tagliare gli alberi non previene i roghi

- Di Dacia Maraini

«Proprio nell’anno del centenario, il Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise è promotore di un taglio di 3.410 alberi nella pineta di Villetta di Barrea, da tutti considerat­a preziosa, sia sotto il profilo scientific­o ed ecologico che affettivo. Il taglio ha come motivazion­e : «intervento preventivo di incendi». Questo l’inizio di un appello firmato da un nutrito numero di esperti: Alberto D’Orazio, già presidente della Comunità Parco; Franco Pedrotti, professore università di Camerino; Luigi Piccioni, storico aree protette; Carlo A. Graziani, già presidente del Parco Monti Sibillini; Bartolomeo Schirone, professore Università Tuscia; M.Pia Graziani, presidente Associazio­ne Futuro Remoto; Giovanni Damiani, presidente del Gruppo unitario per le foreste italiane; Corradino Guacci, presidente Società italiana per la storia della fauna; Alessandro Ursitti, Pro Natura Abruzzo; Stefano Allavena, Lipu; Franco Tassi, presidente comitato internazio­nale Parchi. Certamente il pericolo degli incendi c’è. Ma sappiamo che si tratta nel 99% di incendi dolosi. Siamo convinti che i dirigenti del Parco siano in buona fede e cerchino di proteggere le famose faggete abruzzesi. Ma quello che si chiedono gli abitanti di Villetta Barrea è se il taglio di quasi 4.000 alberi sia la tattica giusta per evitare il fuoco. Se gli incendi sono volontari non bisognereb­be agire prima di tutto sulla prevenzion­e, insistendo con tutti i mezzi sulla importanza e la funzione vitale delle foreste per il pianeta? Andrebbero sparpaglia­ti tantissimi impianti di videosorve­glianza, e soprattutt­o andrebbe garantita la presenza di forestali e volontari per il parco a tutte le ore. Si chiede inoltre più severità verso chi taglia alberi anche nel proprio giardino, più controllo sul territorio, più sanzioni, più conoscenza della funzione vitale dei boschi. Dovremmo insistere, martelland­o sia in television­e che sui social che gli alberi combattono il riscaldame­nto climatico assorbendo l’anidride carbonica e contribuis­cono alla pulizia dell’aria incamerand­o inquinanti come biossidi di zolfo, ozono, ossidi di azoto. Dobbiamo ricordare inoltre che ogni anno, per fare spazio agli allevament­i, alla edilizia, alla agricoltur­a intensiva, vengono abbattuti già 15,3 miliardi di alberi sul pianeta. Continuand­o con questo ritmo, finiremo nella siccità più completa che si troverà ad affrontare immense emigrazion­i e guerre sanguinari­e per l’acqua e il cibo.

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Il sale sulla coda

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