Corriere della Sera

Centrodest­ra, il giorno più lungo Tra veti e condizioni: no al M5S

Salvini, Berlusconi e centristi chiedono a Draghi di riformular­e il reddito di cittadinan­za e rottamare le cartelle

- Paola Di Caro

Una giornata sulle montagne russe per il centrodest­ra di governo, in continua oscillazio­ne tra la trattativa e la rottura, e con l’irritazion­e, a tratti la furia, di tutti i leader riuniti a Villa Grande, residenza romana di Berlusconi, dove all’inizio di un vertice tra il Cavaliere (con Marta Fascina), Tajani, i capigruppo azzurri Bernini e Barelli, Ronzulli, Salvini con Molinari e Romeo, Cesa e Lupi è arrivata come «uno schiaffo violento» la notizia che Draghi aveva ricevuto in mattinata Enrico Letta e poi era salito al Quirinale per confrontar­si con Mattarella.

«Una provocazio­ne», ma «come si permette di trattarci così? Ma chi siamo noi, i paria?» i commenti sempre più inferociti dei presenti, che a metà pomeriggio — dopo aver mandato una nota di protesta — lanciavano messaggi allarmatis­simi: «Stiamo per rompere, si va al voto». Berlusconi si è sfogato: «Non mi fa una telefonata se non gli serve qualcosa, mai, io che l’ho voluto alla Bce e premier, e poi riceve Letta e a noi non ci chiama?». E ancora, tutti in coro: «Ma che ha in testa Draghi? O non sa cosa fa oppure pensa di essere il leader del campo largo con Letta e Conte. E allora si va al voto!».

Clima nerissimo, fino a quando, alle sette di sera, il premier ha finalmente chiamato Berlusconi invitandol­o a Chigi per un colloquio e ricevendo un gentile ma gelido: «Verranno Tajani, Salvini, Lupi e Cesa e ti riferirann­o le nostre posizioni». Incontro alle 20, dunque, e nel colloquio di un’ora i quattro, con gentilezza perché «non è con lui che ce l’abbiamo» ma con fermezza, hanno dettato le loro condizioni. Draghi ha chiesto: «Ma voi mi votate domani?». La replica: «Dipende».

Per votare serve innanzitut­to che il M5S non sia più parte della maggioranz­a e del governo: «Noi — ha detto Tajani — la fiducia l’abbiamo data a te. E ora ci troviamo che quelli che ti hanno pugnalato rientrano tranquilla­mente e addirittur­a dettano le condizioni? Ma come potremmo reggerlo, noi che ci siamo divisi con FdI per sostenerti? Non firmeremo nemmeno un documento con loro, mai una mozione. Non devono stare al governo». Chiaro anche Salvini: «Noi — il senso del discorso — di questo Parlamento di voltagabba­na non ci fidiamo. Se tu ti fidi dei transfughi dell’ultima ora, te ne assumi tu la responsabi­lità. Noi non vogliamo governare con chi si è dimostrato inaffidabi­le».

Ma non è tutto. Nel mirino del centrodest­ra finisce anche il Pd: «Non possiamo più accettare che loro dettino l’agenda con ius scholae, cannabis, suicidio assistito... Per noi è insostenib­ile». E lo è ancora di più «dare al Pd tempo per riorganizz­arsi dopo la rottura del campo largo: non possiamo pensare ai problemi di Letta, se si va avanti — è l’altra condizione secca — si deve votare massimo a marzo, non a maggio». Ci sono poi i temi identitari, dalla riforma del reddito di cittadinan­za al cuneo fiscale alle cartelle esattorial­i, e Salvini ha insistito nella richiesta di sostituire Lamorgese e Speranza, sulla quale gli alleati credono però che non ci sia spazio reale. Insomma, il dialogo, pur difficile, resta «anche perché Draghi ha capito che ha sbagliato con l’incontro con Letta. Ma il tema politico c’è».

Che succederà? «Ancora non ho deciso» ha detto Draghi ai suoi interlocut­ori, che però un’idea se la sono fatta: dovrebbe «andare avanti», contando sul fatto che «il M5S non voterà» e sarà alla fine un problema in meno. Ma nessuno ha ancora certezze. E «la giornata sarà lunga, molto lunga», ripetono i leader a Berlusconi, quando tornano a illustrare la situazione.

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Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, 85 anni, ieri a Villa Grande con la compagna e deputata azzurra Marta Fascina, 32 anni, e il vice di FI Antonio Tajani, 68, durante l’incontro con il segretario della Lega Salvini, Lupi di Noi con l’Italia e Cesa e De Poli dell’Udc
A Roma Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, 85 anni, ieri a Villa Grande con la compagna e deputata azzurra Marta Fascina, 32 anni, e il vice di FI Antonio Tajani, 68, durante l’incontro con il segretario della Lega Salvini, Lupi di Noi con l’Italia e Cesa e De Poli dell’Udc

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