Corriere della Sera

«Insieme giriamo il mondo Ma la nostra felicità è vedere un film poliziesco»

Reinhold Messner e la moglie Diane Schumacher «I 36 anni di differenza? Lei se la caverà senza di me»

- dalla nostra inviata a Castel Juval Elvira Serra

Lui adesso lo chiama «il Diane Bridge». È il ponte che li ha fatti innamorare, davanti al Castello di Brunico, il 18 agosto 2018. Non che fosse tutto chiaro da subito. Ma per certo qualcosa era scattato nella testa (e nel cuore) di Reinhold Messner, il Re degli Ottomila, vedendo camminare quella giovane donna con l’abito color pastello dal tessuto pesante, simile ai capi indossati in Nepal o in Sudamerica. Nel Museo Ripa si stava svolgendo la festa dei popoli della montagna, dedicata quell’anno allo Svaneti, regione storica della Georgia. Al termine della giornata, quando lei stava per andare via, si incontrano di nuovo e fanno una foto insieme. È in quel momento che lui, d’impulso, le chiede il numero di telefono. Lei glielo digita sul telefonino, perché lui non sa farlo (sarà sempre lei, dopo, a insegnargl­i a mandare i messaggi). Nella rubrica scrive: Diane Schumacher. L’indomani lui la chiama. Meno di tre anni dopo sono marito e moglie.

Ricordano insieme quei giorni guardandos­i negli occhi. Lei si alza e versa da bere, a lui accarezza la mano. Siamo a Castel Juval, in Val Venosta, sede del Messner Mountain Museum, nella sala con gli elefanti, i tappeti tibetani, un enorme lampadario a gocce, e Flint, il Jack Russell della signora (di cui è gelosissim­o).

Vi siete sposati il 28 maggio 2021, con una cerimonia intima. Perché quella data?

Diane: «Io sono nata il 28 febbraio, per me è un numero importante. Ed è significat­ivo anche per Reinhold: facendo ordine nel suo archivio fotografic­o ho trovato un’immagine di lui bambino in cui indossa una maglietta con il numero 28. Gli ho chiesto io di sposarci quel giorno».

Reinhold, cosa l’ha spinta a chiamare Diane subito?

«Ero rimasto colpito da questa donna bellissima, desideravo conoscerla meglio. Ero un po’ perso. Mia moglie mi aveva lasciato otto mesi prima e non stavo cercando una nuova compagna, sopravvive­vo benissimo anche senza saper cucinare: a me bastano un po’ di speck e pane secco, poi spesso mangio al ristorante, quando sono via per la mia attività di conferenzi­ere».

Diane: «In realtà già sul ponte mi stava facendo tante domande, credevo volesse offrirmi un lavoro. Poi quando mi ha chiamata ho capito che aveva un altro interesse...».

Reinhold: «... e tu sei caduta in trappola, perché adesso lavoriamo anche insieme!».

Avete creato The Messner Mountain Heritage, che si occupa della Final Expedition, l’ultimo tour mondiale per raccontare cos’è l’alpinismo tradiziona­le.

Reinhold: «Diane è la Ceo, segue tutta la parte organizzat­iva. Era importante per noi costruire qualcosa di nostro».

Diane: «Questo tour finale era cominciato prima del Covid in Australia e in Nuova zelanda, poi a Mosca e a San Pietroburg­o. Ora ripartiamo a settembre in Slovenia».

Il vostro matrimonio, il terzo per Reinhold e il secondo per Diane, non è stato risparmiat­o da critiche. Anzitutto per la differenza di età: 36 anni (lei è del 1980, lui del 1944).

Diane: «Ripetono i soliti cliché, gli stessi che troviamo nei libri e nei film. Dicono che sono interessat­a al Castello, ai soldi... Noi non pretendiam­o di dire agli altri come devono vivere. Però vorremmo decidere da soli della nostra vita».

Reinhold: «Questa cosa dei soldi è molto ingiusta. Ho quattro figli e le cose sono chiare: Castel Juval è di Anna; la gestione del Messner Mountain Museum è affidata a Madgalena; con Simon abbiamo lavorato alla mia società di produzione dei film, ma ora lui ha due masi in montagna e segue quello; alla primogenit­a, Leila, ho comprato la casa in Canada, dove vive».

Diane, come è stata accolta dalla famiglia di Reinhold?

«I fratelli e la sorella sono stati tutti molto carini. In particolar­e ho un rapporto molto dolce con Hubert, che non ci ha mai giudicato, fin dall’inizio è stato dalla nostra parte. Dei figli, Leila l’ho incontrata la prima volta due anni fa, è molto creativa e carina con me. Magdalena le assomiglia, è quella che sento più vicina. Anna ha 20 anni: alla sua età io ero già sposata...».

Con Thomas, da cui ha avuto Reto, oggi 15enne. Che rapporto ha suo figlio con Reinhold?

«All’inizio è stato difficile, mi ha chiesto perché li stavo abbandonan­do. Ho provato a spiegargli che tra un paio d’anni sarebbe stato lui ad andare via di casa, e non poteva desiderare che io rimanessi accanto a un uomo che non amavo più. Vive con il padre». Viene a trovarvi ogni tanto? Diane: «No, non ama la montagna e diciamo che non considera Reinhold un patrigno».

State pensando a un figlio vostro?

Diane: «No, non potrei mai fare questo a Reto. E poi Reinhold ne ha già quattro».

Mi dite un pregio e un difetto l’uno dell’altra?

Diane: «Lui non ha pazienza. Se abbiamo un appuntamen­to e siamo in orario, scalpita lo stesso. Per contro, se litighiamo non me lo rinfaccia: si dimentica tutto subito».

Reinhold: «Diane è una donna bellissima ed è cento volte più pratica di me, può sistemare qualsiasi cosa. Il difetto: è molto emotiva».

Diane: «Voglio aggiungere che nonostante lui abbia poca pazienza, quando si tratta di accompagna­rmi a fare shopping, cosa che odia, non mi mette mai fretta: se devo provare gli abiti, sta lì a guardarmi a ogni cambio».

Pensate mai che non invecchier­ete insieme?

Reinhold: «La nostra differenza di età non la posso cambiare. E al dopo non possiamo mai essere preparati. Però so che lei sarà capace di sopravvive­re anche senza di me».

Diane: «Siamo molto innamorati anche della nostra testa, dei nostri pensieri, dei progetti che abbiamo. Non potrei mai vivere con una persona con la quale i miei pensieri non sono allineati».

Parlate di Günther, il fratello di Reinhold scomparso nel giugno del 1970 durante la discesa dal Nanga Parbat?

Reinhold: «Per me le date non contano, mio fratello è vivo dentro di me. Ed è stato importante tornare con gli altri miei fratelli sul Nanga Parbat, far vedere loro come sono andate realmente le cose. Ogni volta che parlo di Günther è come se fosse al mio fianco».

Diane: «Occupandom­i dell’archivio di Reinhold penso di essere la persona più vicina a Günther rispetto al resto della famiglia. Leggo le sue lettere, vedo le foto, è come se lo avessi conosciuto». Litigate?

Reinhold: «Sì, certo. Magari quando mi fa notare che qualcuno si sta approfitta­ndo di me. E poi ha ragione lei».

Diane: «La cosa bella è che il nostro è un rapporto alla pari, sempre sullo stesso piano. Mi dà sempre l’idea che ciò che penso o faccio ha valore».

Qual è la cosa che vi piace fare di più?

Reinhold: «I viaggi per noi sono lavoro, ma il lavoro è la nostra vita. Però quando possiamo stare tranquilli in casa, sul divano a guardare un film poliziesco, quelli sono bei momenti. Ci piace prenderci la responsabi­lità dello stare insieme».

Diane: «Ieri Reinhold mi ha preparato un minestrone. Stavo male, avevo la febbre, gli ho dato le istruzioni e lo ha fatto da solo. Era buonissimo. Ecco, questa è la nostra felicità».

Lo scatto galeotto

Ci siamo fatti fare una foto. Mi faceva tante domande, pensavo volesse offrirmi un lavoro. Poi il giorno dopo mi ha telefonato...

Il castello e le cattiverie

Dicono che io sono interessat­a al suo castello, ai suoi soldi Ripetono i soliti cliché, di cosa fare della nostra vita decidiamo noi

 ?? (Foto E. Serra) ?? Insieme Reinhold Messner,
78 anni a settembre, con Diane Schumacher, 42, e il cagnolino di lei Flint a Castel Juval, in Val Venosta
(Foto E. Serra) Insieme Reinhold Messner, 78 anni a settembre, con Diane Schumacher, 42, e il cagnolino di lei Flint a Castel Juval, in Val Venosta

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