«Quote anche per i giovani nei consigli Serve una legge per la governance»
Alessia Mosca difende un principio: «Per migliorare la governance nelle aziende è importante lavorare sulla diversità». Diversità è anche una parola che pronuncia molto spesso. L’ex parlamentare, a capo del comitato scientifico di Aidaf, pone l’attenzione sul bisogno di incrementare la differenza anagrafica dei componenti dei consigli di amministrazione delle aziende familiari e lasciare — ma anche creare — più spazio ai giovani. Spazio, non posto, perché lo precisa: è importante generare «arricchimento, uno scambio di idee e di pensieri, avviare quei meccanismi di mentorship e reverse mentoring, altrimenti il rischio è l’immobilismo». E ancora: integrare esperienze e competenze per portare innovazione.
Da qui l’intenzione insieme all’Associazione italiana delle aziende familiari, di promuovere un decreto legge per introdurre una quota percentuale di persone con meno di 40 anni all’interno dei consigli di amministrazione di aziende di piccole e grandi dimensioni. Alcuni Paesi, spiega Mosca, hanno inserito dei correttivi con dei limiti di mandato oppure di età per frenare l’invecchiamento della leadership. In Italia le nuove generazioni rischiano di rimanere escluse. Oltre il 70% dei Cda non comprende un under 40. Nell’ultimo decennio il numero di leader giovani si è più che dimezzato: sono meno di uno su dieci. Lo dichiarano i dati dell’Osservatorio Aub, promosso da Aidaf, Unicredit e dalla Cattedra Aidaf-Ey di Strategia delle Aziende Familiari dell’Università Bocconi.
Le quote?«Non sono una forma di tutela, ma uno strumento di passaggio per intervenire nel modo più rapido possibile», continua l’ex parlamentare.Nel 2011, Alessia Mosca insieme a Lella Golfo, è stata firmataria della legge bipartisan (entrata in vigore ad agosto 2012) che — attraverso quote di genere progressive fino al 41 per cento — tutela la parità di genere nell’accesso agli organi di amministrazione e di controllo nelle società quotate. Le donne nei cda sono passate dal 5,9% nel 2008 al 41% nel 2021. «Dove non si applica la Golfo-Mosca, abbiamo ancora cda composti da soli uomini, significa che senza incentivi andiamo avanti per inerzia — ribadisce Mosca —. E adesso bisogna uscire dalla logica per cui giovani e donne sono per forza positivi. È importante garantire che non ci sia un unico blocco rappresentativo dentro i luoghi di potere». Di ragioni ne elabora due. Primo: senza giovani al comando una parte della società non sarebbe rappresentata. Secondo: la diversità anagrafica «è un bene e fa bene» all’azienda. Sul motivo non ha dubbi: servono idee innovative e fuori dagli schemi per stare al passo con le sfide quotidiane.