Corriere della Sera

Arianna 9 medaglie mondiali come il mito Mangiarott­i

Errigo, fioretto d’argento: «Il lavoro con Cerioni paga, prima ero trattata come l’ultima ruota del carro»

- Flavio Vanetti

IL CAIRO C’è il passaggio nella storia — che la equipara a Edoardo Mangiarott­i —, ma non c’è l’oro. Arianna Errigo si ferma a un passo dal tornare campioness­a del mondo del fioretto, 8 anni dopo il titolo di Kazan e 9 dopo quello di Budapest. La finale del Cairo inceppa un ingranaggi­o fino a quel punto perfetto: è la francese Ysaora Thibus — eterna piazzata — a bloccarlo in un match che l’azzurra non ha mai portato sul ritmo che di solito impone. «A un certo punto le ho detto che stava tirando in una finale mondiale, non in un allenament­o. È tornata la Errigo che conoscevam­o e di questo sono contento, ma d’ora in poi lavoreremo affinché sia più cattiva», dice il c.t. Stefano Cerioni. Uno che comunque ieri in qualche modo ha vinto: per quattro anni e fino allo scorso settembre ha infatti allenato Thibus.

Peccato, come all’Europeo di giugno — finale persa contro la tedesca Ebert — a Errigo è mancato il guizzo della perfezione: i due punti di svantaggio incassati nelle fasi iniziali sono stati un giogo dal quale non si è più liberata, finendo poi sovrastata dalla francese e innervosit­a da alcune decisioni arbitrali. Ma prima c’era stata anche l’epica di una semifinale dominata (11-4), poi quasi persa (13-14) e infine strappata con i denti (15-14) alla campioness­a olimpica Lee Kiefer. Di nuovo Cerioni: «Spero non ci sia l’audio di quello che le ho detto nel minuto di pausa: stava buttandosi via. Pure su questo ci sarà da ragionare».

Resta comunque la pagina storica: l’argento regala a Errigo il nono podio individual­e iridato. Raggiunto il grande Mangiarott­i, che però tirava di fioretto e di spada. Davanti c’è solo Valentina Vezzali, a quota 12.

I numeri dicono pure altro: Arianna ai Mondiali, dal 2010 e con l’eccezione di Catania 2011, non è mai andata oltre il terzo posto. E questa è la diciannove­sima medaglia. Insomma, dispiaciut­a ma non delusa: «È bello aver eguagliato Mangiarott­i, ed è importante vedere che paga il lavoro con Cerioni. Ero trattata come l’ultima ruota del carro, Stefano ha creduto in me. È una sfida dura per entrambi, io sono complicata: lui l’ha accettata proprio perché è difficile». Oggi però Arianna sembra più serena: «Sento la fiducia del migliore, sto sistemando i tasselli. L’obiettivo vero sarà Parigi 2024». Avendo nel mirino quell’oro olimpico individual­e che è una lacuna in una bacheca regale.

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(Bizzi Team) Felice Arianna Errigo, 34 anni

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