Corriere della Sera

Travolti da un insolito destino

- Di Massimo Gramellini

Tra gli effetti nocivi del riscaldame­nto globale va annoverato l’impazzimen­to estivo della politica italiana. Quando gli scienziati si deciderann­o ad affrontare seriamente la questione, non potranno che scoprire evidenti connession­i tra l’aumento delle temperatur­e e il comportame­nto di Salvini e Conte, già protagonis­ti tre estati fa di un doppio colpo di teatro che — adesso si può dire — fu un doppio colpo di sole e portò l’uno a far cadere un governo di cui era ministro e l’altro a rimanere a Palazzo Chigi con il sostegno dell’opposizion­e. Quanto è successo in questi giorni conferma i sospetti che alcuni climatolog­i avanzarono già allora: Conte si è sfilato dalla maggioranz­a d’emergenza non certo perché fosse finita l’emergenza, ma appena il barometro ha raggiunto i 38 gradi. Mentre Salvini ha aspettato che sfiorasse i 40 per sfiduciare un governo a cui aveva rinnovato la fiducia non più tardi di giovedì scorso. Sarebbe però ingiusto affermare che il caldo abbia colpito soltanto loro: ha insidiato le berlusconi­ane Ronzulli e Gelmini, ridottesi a battibecca­re in Senato come due automobili­sti al semaforo, ed è arrivato a scalfire persino l’aplomb di Draghi, che, quando non ne ha potuto proprio più, ha cominciato a togliersi dei sassolini dalle scarpe che sembravano il Monte Bianco.

A proposito, scusate il pensiero malizioso (sarà il caldo), ma considerat­a la posizione comune di Conte e Salvini sulla guerra, il vero mistero non è che il governo sia caduto, ma come abbia fatto a durare fino a ieri.

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