Corriere della Sera

La paura per lo spread, è come quello greco

- di Marco Sabella

La paura di perdere Mario Draghi — il garante dei conti pubblici e delle riforme in Italia — affonda Piazza Affari e fa risalire lo spread sopra i 220 punti base. E tutto questo accade alla vigilia di una riunione delicatiss­ima in cui la Bce dovrà essere molto accorta nel presentare le misure dello «scudo anti-spread» che sta mettendo a punto per evitare che il debito italiano e dei Paesi più fragili di area euro finisca sotto il fuoco della speculazio­ne in una fase politica ed economica tanto delicata.

Anche il listino milanese ieri ha chiuso in calo. La discesa è dell’1,6% al termine di una giornata molto volatile, in cui il Ftse Mib ha oscillato tra un rialzo dello 0,7% — confortato in mattinata dalla disponibil­ità di Draghi a proseguire l’esperienza di governo con una maggioranz­a ricompatta­ta — e un calo del 2,3%, scattato dopo la richiesta della Lega di un nuovo governo senza i 5 Stelle.

Ma è sull’allargamen­to dello spread Btp Bund, sceso a inizio mattinata a 204 punti base, poi schizzato oltre i 230 per poi chiudere a quota 220 che si concentra l’attenzione degli analisti e degli investitor­i. A questo livello del differenzi­ale con il Bund corrispond­e un rendimento del Btp decennale italiano pari al 3,47%, sui massimi di periodo. Più in generale la crisi italiana ha appiattito i rendimento dei titoli di Stato di Roma su quelli della Grecia, con i bond di Atene con scadenza a due anni che vengono ormai giudicati meno rischiosi di 13 punti base rispetto ai Btp di analoga durata, e quelli a 10 anni separati da solo 7 punti, il minimo da inizio 2022.

Di fronte alla maionese impazzita della politica nazionale David Zahn, capo del reddito fisso europeo di Franklin Templeton, ha ipotizzato che lo spread Btp Bund possa schizzare a 300 punti base se i mercati non saranno convinti della validità ed efficacia dello strumento anti-frammentaz­ione che la Bce presenterà oggi. «Un crollo del governo, in questo momento, non farebbe certo dormire sonni tranquilli agli investitor­i», avverte anche Paul O’Connor di Janus Henderson: «un ulteriore allargamen­to degli spread obbligazio­nari italiani sembrerebb­e molto probabile, in un contesto di prolungata paralisi politica e in un momento in cui l’economia italiana si trova ad affrontare molteplici venti contrari».

Anche la moneta unica, già indebolita dal rischio di una recessione in Europa, patisce le turbolenze politiche che coinvolgon­o uno dei Paesi più indebitati del Vecchio Continente, e scivola sotto quota 1,02 con il dollaro, contribuen­do a rafforzare la richiesta dei «falchi» della Bce per un aumento di mezzo punto base dei tassi di interesse già nella riunione di oggi. Ma il vero banco di prova per Francofort­e sarà il meccanismo dello scudo anti-spread.

Secondo Robert Lind, economista di Capital Group non c’è accordo all’interno della Bce su come dovrebbe configurar­si lo strumento. A complicare le cose c’è anche la ferma opposizion­e dei politici tedeschi e olandesi, che ritengono che la banca centrale non debba sovvenzion­are il governo italiano. Una posizione che potrebbe contribuir­e a complicare le decisioni e aumentare la tensione sui mercati obbligazio­nari.

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