Corriere della Sera

Carso e Versilia, fuga dal fuoco

Incendi, si aggrava l’emergenza I sindaci del Goriziano: allarme Pm10, usate le mascherine. Rischio blackout a Trieste. In Toscana oltre 500 sfollati

- Di Alfio Sciacca

Afine giornata il sindaco di Doberdò del Lago, Fabio Vizintin, cita anche la cruenta battaglia che venne combattuta nella Grande guerra proprio a Doberdò. «Nulla di paragonabi­le con i tanti morti del 1916, ma per certi versi anche questa è una battaglia». A dare forza al riferiment­o storico ci sono anche le continue esplosioni di residuati bellici che, nel cielo oscurato dal fumo, rendono l’atmosfera ancora più cupa.

Con Monfalcone questo è uno dei fronti avanzati dell’emergenza incendi nel Carso. Qui il fuoco è arrivato a minacciare anche le case, nelle tre frazioni di Jamiano, Sablici e Comarie, «In tutto — spiega Vizintin — abbiamo dovuto evacuare 350 persone che hanno trovato ospitalità da parenti o nel centro visite Gradina». Non è stato facile. Molti anziani non volevano lasciare le loro case. Ma l’insistenza dei soccorrito­ri e soprattutt­o l’aria diventata irrespirab­ile alla fine li ha convinti ad andar via. Sono tanti i sindaci in provincia di Gorizia a invitare i loro concittadi­ni a restare chiusi in casa per l’alta concentraz­ione di Pm10 nell’aria. «Se per forza dovete uscire — avverte anche l’assessore alla Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Ricciardi — usate le mascherine Ffp2».

In atto ci sono almeno cinque differenti roghi che disegnano sostanzial­mente due grandi aree di crisi. Una che da Doberdò arriva fino a Merna, in territorio sloveno. Un fronte frastaglia­to che si estende per circa 15 chilometri. Qui l’ultima recrudesce­nza degli incendi è arrivata da

oltreconfi­ne. «Le fiamme — dicono i residenti — sono scese dal monte Kremenjak. In Slovenia andava avanti da giorni e potrebbe essere doloso». C’è poi l’altro fronte sulla costa, tra Monfalcone e la barriera autostrada­le del Lisert. Per la densa colonna di fumo resta ancora chiuso l’impianto della Fincantier­i. E non ci sono ancora le condizioni per la riapertura di un tratto dell’A4 e del traffico ferroviari­o. Per raggiunger­e Slovenia e Croazia si può contare solo sul budello della statale 14, con enormi ingorghi.

In prefettura a Gorizia ieri pomeriggio c’è stato l’ennesimo vertice per cercare di gestire una situazione che rischia di andare fuori controllo. A Trieste invece il sindaco, Roberto Dipiazza, ha invitato i cittadini «a non utilizzare gli ascensori per il rischio di improvvisi blackout». E aggiunge: «Corriamo anche il rischio di restare senz’acqua».

Continua a essere difficile la situazione anche in Versilia. Nel gigantesco rogo che ha aggredito il bosco di Massarosa, in provincia di Lucca, sono andati in fumo circa 800 ettari. Comprese altre zone interessat­e da roghi sparsi attualment­e sono oltre 570 gli sfollati, prevalente­mente nella zona di Massarosa che è ormai irriconosc­ibile. «Le case le abbiamo salvate — dicono alcuni residenti—, ma il verde, che era la vera ricchezza di questi luoghi, non esiste più».

Ma brucia tutta Europa. A nord di Atene per un gigantesco incendio sono state evacuate 600 persone, mentre in Francia si aggrava il bilancio del rogo nel dipartimen­to della Gironda: inceneriti oltre 20 mila ettari di vegetazion­e e 37.000 persone hanno dovuto lasciare le loro abitazioni. Ieri visita del presidente Macron, che ha annunciato «un grande cantiere nazionale per ripiantare le foreste».

Su fronte caldo in Italia oggi sono ben 14 le città con bollino rosso, che diventeran­no 16 domani. Tra queste Milano, Brescia, Torino, Bologna, Roma e Genova. Si entra nella fase più critica dell’anticiclon­e africano, con l’apice tra sabato e domenica. Che poi allenterà, ma di poco, la morsa.

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Fonte: Copernicus (foto Facebook «Ane Ja») 3 Le fiamme minacciano Merna, nel Carso sloveno
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