Corriere della Sera

« Ora servono i tecnici per uscire dall’emergenza Bassetti? Si deve candidare se vuole fare il ministro»

Crisanti: che errori sul Covid. Speranza vittima del sistema

- di Margherita Montanari © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

È stato tra i virologist­ar protagonis­ti della pandemia, una delle voci più critiche sulla gestione della seconda ondata di Covid-19. Cambia settore, ma il campo in cui si muoverà, garantisce, rimarrà quello della scienza. Andrea Crisanti, 67 anni, microbiolo­go e direttore del dipartimen­to di microbiolo­gia molecolare dell’Università di Padova, già ricercator­e all’Imperial College di Londra, sarà capolista per il Partito democratic­o nella circoscriz­ione Europa al Senato.

Professor Crisanti, nel 2020, Pd e Movimento 5 Stelle le chiesero di candidarsi nel collegio suppletivo Verona Nord. Lei rifiutò, dicendo che si sentiva più utile come ricercator­e. Cosa le ha fatto cambiare idea?

«In una situazione come quella che sta vivendo l’Italia — di emergenza economica, sanitaria e sociale — penso che ci sia bisogno dell’impegno dei tecnici in politica. Nessuna decisione basata sui dati è neutrale, serve una sensibilit­à sociale per poterla applicare. Il parere della scienza non è stato ascoltato a sufficienz­a, pur in una fase in cui il suo contributo è fondamenta­le. È questo il motivo della mia candidatur­a».

Perché con il Pd?

«È il risultato di una reciproca stima e fiducia. Dopo tre settimane di confronto, ho accettato di candidarmi perché mi riconosco nei valori di questa formazione politica. Sono iscritto al circolo di Londra da 6 anni».

La sua è stata una voce di riferiment­o, e al contempo tra le più critiche, durante la pandemia, in particolar­e nella seconda ondata.

«Questo perché le scelte di contenimen­to erano fondamenta­lmente sbagliate, prese senza tenere in consideraz­ione i dati. Basti pensare che la Regione Veneto ha acquistato centinaia di migliaia di tamponi sulla base di una valutazion­e scientific­a falsa».

Resta centrato sul Veneto, di cui ha criticato il governator­e Luca Zaia, ma scende in campo in Europa.

«L’attenzione rimane anche a livello locale. Mi sento onorato dal collocamen­to in Europa, perché racconta molto della mia storia familiare. Ho vissuto per 30 anni all’estero e non sarei chi sono oggi senza il contributo che mio zio, partito per l’America, mi diede, permettend­omi di studiare».

Ha contestato anche le decisioni del ministero guidato da Speranza, che ora fa parte del suo stesso campo.

«Sull’operato di Speranza non ho mai fatto polemica. Penso che sia stato vittima di un sistema fatto di tecnici scelti prima del suo arrivo sulla base di appartenen­ze politiche e lottizzazi­oni».

Quale giudizio dà alla riforma sanitaria che ha avviato?

«Penso che l’Italia abbia bisogno di una riforma sanitaria struttural­e. Le università e gli istituti di ricerca scientific­a dovrebbero essere dissociati dal sistema sanitario nazionale. Perseguono obiettivi diversi: il sistema sanitario nazionale deve fornire a tutti i cittadini assistenza tempestiva, efficace e in linea con linee guida nazionali e internazio­nali; l’università investigar­e e sperimenta­re nuovi approcci terapeutic­i. In Italia ancora non si fa ricerca clinica all’avanguardi­a».

L’infettivol­ogo Matteo Bassetti si è detto disponibil­e a fare il ministro, ma non a candidarsi. Che cosa ne pensa?

«Bassetti è una brava persona, non commento le sue scelte. Penso però che chi ambisce a fare il ministro con un ruolo tecnico debba mettersi in gioco e cercare i voti».

C’è chi la accusa di sfruttare la visibilità acquisita con la pandemia. Matteo Salvini ha commentato la sua candidatur­a con un tweet in cui la chiama «tele-virologo».

«Penso che Salvini sia un tele-mistificat­ore, con tutte le bugie che ha detto agli italiani. Coloro che lo votano sono come galline che vanno a pranzo con la volpe. Io non ho sfruttato nulla. Ho preso sempre posizioni che rifletteva­no personali convinzion­i, avendo come unico punto di riferiment­o la mia integrità profession­ale».

Per quali battaglie si mette a disposizio­ne?

«Penso di poter dare un contributo importante con l’esperienza maturata in campo sanitario, scientific­o e nella ricerca. Ci sono poi tematiche che riguardano il livello di rappresent­anza degli italiani residenti all’estero, davvero ridicolo. È un dato a cui va posto rimedio. Ma la vera sfida è il recupero delle persone che si sentono emarginate e non hanno speranza nel futuro».

Alle comunali, a Padova, suo figlio si è candidato con una lista civica di centrosini­stra. Anche lui l’ha spinta a scendere in campo ora?

«In questa scelta convinta sono supportato da mia moglie Nicoletta e naturalmen­te da mio figlio Giulio. A loro mi unisce un profondo sentimento di solidariet­à e di valore verso la cosa più giusta» .

Le critiche di Salvini È un tele-mistificat­ore, ma non faccio attacchi personali. Preferisco lottare su idee e futuro

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Microbiolo­go Andrea Crisanti, 67 anni, docente all’Università di Padova, è in lista con il Pd

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