Corriere della Sera

Vezzali, politica e fioretto con cambi di casacca (e di giudizi su Silvio): la mia arma è l’impegno

- di Marco Galluzzo

Prima Mario Monti, poi Mario Draghi, infine Silvio Berlusconi. Qualcuno potrebbe contestarl­e che ha fatto un percorso politico incomprens­ibile e opportunis­ta, quasi a ritroso, ma è non facile dare stoccate a una persona che ha vinto più di venti medaglie d’oro in giro per il mondo, che ha portato la nostra bandiera sul punto più alto del podio della scherma in tutte le grandi competizio­ni internazio­nali.

Valentina Vezzali, 48 anni, madre di due figli, fra gli atleti italiani più titolati di sempre, il 25 settembre corre per Forza Italia: dice di non sapere ancora in quale collegio ma è probabile che le verrà dato uno spazio politico di valore, un seggio parlamenta­re alla sua portata. Per qualcuno è stata una sorpresa: con Draghi per un anno e mezzo ha gestito la delega allo Sport, ha vinto alcune battaglie politiche, ha riportato dopo 60 anni le scienze motorie anche alle scuole primarie. Poi però, caduto l’ex banchiere centrale, ha deciso di accettare l’offerta del partito di Berlusconi.

Non le sembra incoerente essere andata con chi ha contribuit­o a far cadere il governo, come ha vissuto quei giorni? «Guardi io non rintraccio alcuna contraddiz­ione, non è colpa di Berlusconi se l’esecutivo ha perso la fiducia del Parlamento, la responsabi­lità è stata dei Cinque stelle che hanno fatto venire meno una maggioranz­a che stava in piedi solo se tutti davano un contributo e dal primo giorno del governo Draghi Forza Italia è stata sempre al primo posto per capacità di interpreta­re il concetto di responsabi­lità nazionale sostenendo il governo e gli interessi strategici del Paese».

Eppure resta comunque qualcosa che non quadra. L’onorevole Vezzali in questi anni si è distinta per grande presenza parlamenta­re, per aver presentato più di 100 progetti di legge, per capacità politiche che non tutti di solito sono soliti riconoscer­e agli atleti, anche se ex campioni, prestati alla politica. Sulla comunicazi­one però rimane qualche interrogat­ivo. Una volta disse che Berlusconi era un campione di energia, grinta, determinaz­ione: era il 2008 e negli studi di Porta a Porta qualcuno le contestò di aver esagerato aggiungend­o ai compliment­i che dal Cavaliere si sarebbe «anche fatta toccare».

Lei spiegò e rispiegò, che si trattava di una metafora mutuata dal fioretto, che lo avrebbe detto per qualsiasi capo del governo in carica, con spirito ironico e patriottic­o, ma le critiche restarono.

Anni dopo però, quando scelse di aderire a Scelta civica di Mario Monti, mentre il Paese navigava sull’orlo del default, con le spread a 500 sui titoli tedeschi, di Berlusconi disse qualcosa di completame­nte diverso: anche per lei, come per tanti osservator­i internazio­nali, gli anni del fondatore di Mediaset in politica avevano portato «ad una credibilit­à molto bassa, e non è bello essere derisi all’estero».

Cosa ne pensa oggi sottosegre­tario? Non crede che in questo caso le si possa quantomeno obiettare di aver cambiato il modo di fare i suoi «affondi» politici? «Le rispondo proprio con la mia amata scherma. Mi ha insegnato che la stoccata vincente è dedizione, impegno, perseveran­za e sono convinta che il presidente Berlusconi in questo campo non abbia rivali. Il 2011 era un anno molto difficile, abbiamo rischiato tanto, e tutto va contestual­izzato, ma Forza Italia è sempre restata un punto di riferiment­o grazie al suo presidente e alla sua capacità di responsabi­lità nazionale».

Anche le opinioni di chi ha colleziona­to 22 medaglie d’oro possono cambiare. E la Vezzali, evidenteme­nte, sa «parare» i colpi.

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