Corriere della Sera

LE DOMANDE SOCIALI ALLA POLITICA

- Di Giorgio Vittadini* *Presidente Fondazione per la Sussidiari­età

Caro direttore, il prezzo che l’antipoliti­ca ha fatto pagare al Paese è diventato negli anni sempre più alto. Disaffezio­ne e astensioni­smo mostrano che sono spesso venuti meno i nessi ideali e vitali dei partiti con la società reale che vogliono rappresent­are.

In fondo, non c’è da stupirsi che si siano succeduti diversi governi tecnici e che si sia fatto cadere improvvisa­mente anche il governo Draghi.

Ma questa politica è disponibil­e a rimettere in discussion­e se stessa, ripartendo dal desiderio di verità e dalla responsabi­lità nelle scelte fondamenta­li per la democrazia?

Ne discuterem­o al Meeting di Rimini con Luigi Di Maio, Enrico Letta, Maurizio Lupi, Giorgia Meloni, Ettore Rosato, Matteo Salvini, Antonio Tajani, leader dei partiti che hanno aderito all’Intergrupp­o parlamenta­re per la sussidiari­età.

Il primo passo pre-politico già in atto in questa direzione è la ricostruzi­one di realtà sociali, comunità dove le persone condividon­o grandi ideali, intreccian­o relazioni di fiducia, sperimenta­no in modo concreto la conciliazi­one tra bene individual­e e collettivo, nel tentativo di risolvere problemi pubblici e sociali. Ad esempio, il Terzo settore continua a crescere, anche dopo le due ultime grandi crisi, quella finanziari­a e quella pandemica. Conta oltre 375.000 istituzion­i, il 25 per cento in più in un decennio.

Il recente Rapporto sulla sussidiari­età documenta che la partecipaz­ione ad attività sociali e di volontaria­to aiuta il benessere collettivo. Le esperienze più virtuose mostrano che sussidiari­età nel XXI secolo significa concepire una politica che nasca dalla collaboraz­ione tra Stato e privato sociale, non solo nel formulare le risposte, ma anche nell’individuar­e i bisogni reali della società.

Per questo la cultura sussidiari­a è anche la strada maestra per il rinnovamen­to dei partiti che devono tornare a essere protagonis­ti come corpi intermedi in nesso organico con le realtà di base. Da queste realtà i partiti devono trarre proposte per la legislazio­ne e il governo, discuterle, non nei talk show, ma in regolari congressi dopo un lavoro di approfondi­mento, tornare a confrontar­si in un Parlamento non più marginale.

Insieme alle realtà sociali, gli altri due principali ambiti in cui si è educati a una posizione di ricerca della verità e del bene comune, in cui si impara a partecipar­e alla vita pubblica sono la scuola e il lavoro, che rappresent­ano quindi delle priorità.

A scuola si può diventare persone mature, conoscere sé stessi e la realtà, imparare la capacità critica e quella relazional­e.

Lavorando si migliora la propria condizione, si costruisce il proprio futuro, si crea valore e sviluppo per sé e per la società.

Le domande ai segretari di partito che interverra­nno al Meeting saranno quindi:

Condividet­e la necessità di valorizzar­e il ruolo delle realtà sociali e di ripensare ai partiti così come abbiamo suggerito?

Su quale tipo di sistema educativo volete investire, a fronte della sua attuale incapacità a garantire qualità ed equità?

Quale tipo di lavoro volete promuovere dopo i cedimenti degli ultimi decenni al neoliberis­mo e all’assistenzi­alismo?

Terzo settore Continua a crescere, anche dopo le ultime grandi crisi. Conta oltre 375.000 istituzion­i, il 25% in più in un decennio

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