Corriere della Sera

Londra taglia le tasse ai ricchi, sterlina a picco

Manovra fiscale thatcheria­na: aliquota massima al 40%. Niente Iva sullo shopping per chi arriva dall’estero

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE L. Ip

Una manovra fiscale come non si vedeva dai tempi di Margaret Thatcher. Il governo conservato­re di Liz Truss, per bocca del cancellier­e dello Scacchiere Kwasi Kwarteng (ossia il ministro del Tesoro), ha annunciato ieri un drastico taglio delle tasse con l’obiettivo di dare una scossa elettrica all’economia britannica, ormai in recessione, e avviarla verso un percorso di crescita. Ma il risultato immediato è stato quello di scatenare il panico sui mercati, preoccupat­i per la tenuta delle finanze pubbliche britannich­e.

La sorpresa di questo minibudget è stata l’eliminazio­ne dell’aliquota più alta sui redditi, quel 45% che scattava al di sopra delle 150 mila sterline: ora anche i più ricchi pagheranno solo il 40%. Allo stesso tempo, l’aliquota base scende dal 20 al 19%: questo però non ha evitato ai conservato­ri l’accusa di favorire i ceti più abbienti, anche perché l’altra misura altamente simbolica è l’eliminazio­ne del tetto al bonus per i banchieri. Nel 2014, sulla base della legislazio­ne europea, era stato stabilito che i bonus non potessero essere superiori al doppio dello stipendio: ora scatta il «liberi tutti» per i lupi della City. Nella stessa direzione «business-friendly» va la rinuncia ad alzare le tasse sui profitti aziendali dal 19 al 23%, come era stato invece programmat­o dal precedente governo.

C’è qualcosa anche per gli stranieri in questo mini-budget d’autunno: chi arriva dall’estero non pagherà più l’Iva sullo shopping. Ma ovviamente il grosso delle misure è rivolto alla platea interna: si va dagli sgravi fiscali sull’acquisto della prima casa alla riduzione dei contributi sociali che gravano sugli stipendi dei lavoratori.

È una scommessa enorme e rischiosa quella del governo Truss. Il pacchetto fiscale appena annunciato vale almeno 45 miliardi di sterline (oltre 50 miliardi di euro) e verrà finanziato facendo ricorso a nuovo debito: ma i costi del finanziame­nto sui mercati, in un contesto di rialzo dei tassi d’interesse, sono subito schizzati verso l’alto e la sterlina ha toccato un nuovo minimo nei confronti del dollaro. Truss e suoi ministri sono convinti che la crescita dell’economia cui puntano consentirà di maneggiare agevolment­e il nuovo debito: ma sicurament­e i conservato­ri stanno gettando alle ortiche la loro tradiziona­le prudenza fiscale.

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