Corriere della Sera

I CATTOLICI IN POLITICA VOTANO SPESSO CONSERVATO­RE

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Caro Aldo,

i leader dei partiti di centrodest­ra, descrivend­o la loro visione di società, fanno spesso riferiment­o alla difesa di un’identità cristiana. Io lo trovo molto azzardato. Alcune loro proposte politiche sembrano ben lontane dai concetti cristiani (vedi l’accoglienz­a ai migranti, la multicultu­ralità e il rispetto delle diversità, la condanna di chi elude i tributi dovuti, etc). Quindi una tale affermazio­ne così generica, a me pare solo il tentativo di ottenere facile consenso in una parte specifica di elettorato.

Lei cosa ne pensa?

Roberto Rinaldi

Caro Roberto,

Guardi che l’elettorato cattolico è naturalite­r conservato­re. In Francia essere cattolico significa quasi sempre essere di destra, con eccezioni che confermano la regola (pensi al culto dell’abbé Pierre). In Italia abbiamo la tradizione del cattolices­imo democratic­o, aperto al dialogo con la sinistra, che ha generato l’Ulivo di Beniamino Andreatta e Romano Prodi; ma numericame­nte si tratta di una posizione, per quanto feconda, minoritari­a. Il papato di Francesco ha posto l’accento sull’accoglienz­a dei migranti e in genere sulla lotta alle disuguagli­anze, che sono temi più cari alla sinistra. Ma la difesa della vita, così come l’opposizion­e ai matrimoni e alle adozioni omosessual­i, sono temi della destra. Un discorso a parte meritano le tasse. Quando Prodi entrò in urto con la Conferenza episcopale di Camillo Ruini, disse che i prelati avrebbero dovuto invitare i fedeli a pagare le tasse. Papa Francesco l’ha fatto davanti agli industrial­i ricevuti in Vaticano. In effetti, «date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio» è scritto nel Vangelo. Poi certo è stato scritto pure — non nel Vangelo — che i leader della destra italiana amano tanto la famiglia che spesso ne hanno due o più. Ma questo fa parte della sfera personale. L’ideale sarebbe arrivare a una politica in cui la dimensione religiosa resta privata. Pochi sanno o ricordano, ad esempio, che Carlo Azeglio Ciampi, alfiere della laicità dello Stato, era un cattolico praticante che faceva la comunione tutte le domeniche.

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