Il colpo di miele senza Mondiale E gli esperimenti sono finiti
L’Inghilterra s’addice a Mancini. Così, adesso, i rappresentanti dell’Impero del Calcio, sono gli ultimi del girone e noi in piena corsa per le finali. Cose seducenti, non tutte credibili. Non si è visto per esempio un intervento del portiere inglese. Né molti di Donnarumma. Ma non bisogna nemmeno essere troppo sofisticati. L’Italia ha meritato di vincere, Mancini gioca spesso di intelligenza agile contro i fisici immobili dell’avversario. L’Inghilterra è antica, un po’ noiosa, ha un solo giocatore diverso, Foden, oggi visto e non visto. Confondiamo spesso la Nazionale inglese con la Premier League, un errore naturale, ma la differenza è notevole. La Nazionale è molto british, composta e soffocata. La Premier è senza razze, senza ideologie, è libertà pura. Gli inglesi alla fine hanno lo stesso problema nostro, non hanno giocatori convocabili, 7 su 10 sono stranieri. Mancini è stato bravo nel tornare all’unica antichità disponibile, gli esperimenti fatti sono state sostituzioni, non novità. Si è tenuto una quindicina di titolari nella manica, tra infortuni e fastidi personali, tra cui Tonali, Verratti, Immobile, Zaniolo, Berardi, Insigne, ma anche Bastoni, Bernardeschi, Locatelli, Pessina, dunque tanta roba, e ha giocato in modo semplice contro una squadra spenta. Southgate non è diventato un leader, è un piccolo maestro incapace di gestire le partite. L’avversario ideale per una volpe ferita come Mancini adesso. Ha fatto un gran gol Raspadori, direi uno dei suoi gol classici, botta chiusa e pensata, precisa e potente, da attaccante completo. Non ci sono state molte altre individualità e nemmeno una grande corsa. L’Italia è stata sempre attenta alla velocità sullo stretto, cioè sull’anticipo, dove