Corriere della Sera

Da Calenda a Salvini Il silenzio infranto nell’era dei social

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La «X» di Berlusconi

Berlusconi invita a mettere «una “x”» sul simbolo di Forza Italia, Lollobrigi­da di FdI polemizza per la manifestaz­ione del Pd

Carlo Calenda è stato il primo: due minuti dopo la mezzanotte di sabato con un tweet ha infranto il silenzio elettorale. «Noi saremo quelli che faranno diventare popolari le scelte giuste. La campagna elettorale non è finita, ora tocca a voi», ha scritto il leader di Azione invitando a votare per loro. A seguire la mancata consegna del silenzio poi sono stati Fratelli d’Italia, Silvio Berlusconi, Stefano Fassina e soprattutt­o la Lega e il leader Matteo Salvini con svariati post. Su Instagram la Lega ha scelto la stessa polemica di Fratelli d’Italia sulle bandiere alla manifestaz­ione del Pd: «Letta — si legge in un post — ha chiuso la campagna elettorale con un flop in piazza del Popolo davanti ad una bandiera dell’Unione Sovietica. Il vessillo comunista è finalmente una piccola grande verità: ricorda a tutti qual è stato l’unico partito ad aver incassato rubli insanguina­ti, altro che ingerenze russe». E Francesco Lollobrigi­da, capogruppo alla Camera di FdI, ha rilanciato: «Bandiere rosse con la falce e martello autorizzat­e dai vertici del Pd per ammissione degli stessi militanti

che le sventolano festanti. Sono simboli di una dittatura cruenta e sanguinari­a che ha prodotto milioni di morti nel mondo». Nessuna risposta da parte del Pd, mentre più «prosaica» è stata la violazione del silenzio di Berlusconi: «L’unica arma per cambiare le cose è la scheda elettorale. Si vota solo facendo una “x” sul simbolo di Forza Italia». Ma il «record» di post pubblicati va a Salvini, dalla guida al voto con l’invito a scegliere la Lega al video sulle tre priorità del partito. Vittorio Sgarbi è andato oltre: «Il silenzio elettorale è una grande str... Parlare ai cittadini, agli elettori, comunicare con loro è il sale della democrazia». Violazione anche per Stefano Fassina, deputato di Leu che ieri ha annunciato che voterà per Giuseppe Conte. «È una scelta motivata e meditata ma dolorosa perché, per la prima volta mi separo dalla filiera originata dal Pci».

Alessandra Arachi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

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