E l’Ue studia il visto per i russi in fuga
I Paesi dell’Est e i baltici chiudono i confini a chi scappa dalla mobilitazione Ma Michel apre: sì ai permessi umanitari. Berlino: proteggere i disertori
BRUXELLES L’accoglienza dei russi che scappano per non finire al fronte in Ucraina rischia di diventare un caso nell’Ue. Gli Stati membri si stanno muovendo in ordine sparso. Ma il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, parlando a margine dell’Assemblea dell’Onu a New York, ha invitato ad «aprire le porte a coloro che non vogliono essere strumentalizzati dal Cremlino» e cooperare ed agire in modo coordinato.
Lituania, Lettonia, Estonia e Polonia chiuderanno i confini ai cittadini russi in fuga per sottrarsi alla mobilitazione annunciata dal presiedente Vladimir Putin: non accetteranno le richieste di asilo per motivi di sicurezza nazionale. Le regole di Schengen permettono di negare l’accesso per questioni di sicurezza interna e di ordine pubblico.
I grandi Paesi come Germania, Francia e Italia, che però non sono in prima linea, invitano alla cautela. La ministra dell’Interno tedesca Nancy Faeser ha ricordato che «i disertori che rischiano una pesante repressione ricevono di regola protezione internazionale in Germania». E il portavoce del cancelliere tedesco, Steffen Hebestreit, ha osservato che «il fatto che molti russi non vogliano partecipare alla guerra è un buon segnale», ma bisogna trovare «una soluzione sostenibile» con gli altri partner europei.
Per cercare di fare chiarezza e coordinare una risposta comune la presidenza ceca dell’Ue ha convocato per domani mattina una riunione del gruppo di coordinamento delle crisi del Consiglio, che analizzerà gli sviluppi della guerra in Ucraina e discuterà di chi scappa dalla Russia per evitare di andare in guerra. Da parte sua Praga ha fatto sapere che tratterà i casi dei disertori come normali visti e non come visti umanitari.
Dal 12 settembre c’è un nuovo regime di visti per i cittadini russi che vogliono entrare nell’Ue perché gli Stati membri hanno sospeso l’accordo del 2007 con Mosca che prevedeva una procedura facilitata. Intanto venerdì la Finlandia ha annunciato che chiuderà i confini ai turisti russi «per ridurre significativamente il numero di persone in arrivo in Finlandia dalla Russia», ha spiegato il presidente Sauli Niinistö, dopo che negli ultimi giorni sono raddoppiati gli ingressi nel Paese rispetto alla scorsa settimana. L’Ungheria, invece, ha assicurato che continuerà a rilasciare i visti turistici seguendo la procedura prevista dal trattato di Schengen.