Corriere della Sera

E l’Ue studia il visto per i russi in fuga

I Paesi dell’Est e i baltici chiudono i confini a chi scappa dalla mobilitazi­one Ma Michel apre: sì ai permessi umanitari. Berlino: proteggere i disertori

- DALLA NOSTRA CORRISPOND­ENTE Francesca Basso © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BRUXELLES L’accoglienz­a dei russi che scappano per non finire al fronte in Ucraina rischia di diventare un caso nell’Ue. Gli Stati membri si stanno muovendo in ordine sparso. Ma il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, parlando a margine dell’Assemblea dell’Onu a New York, ha invitato ad «aprire le porte a coloro che non vogliono essere strumental­izzati dal Cremlino» e cooperare ed agire in modo coordinato.

Lituania, Lettonia, Estonia e Polonia chiuderann­o i confini ai cittadini russi in fuga per sottrarsi alla mobilitazi­one annunciata dal presiedent­e Vladimir Putin: non accetteran­no le richieste di asilo per motivi di sicurezza nazionale. Le regole di Schengen permettono di negare l’accesso per questioni di sicurezza interna e di ordine pubblico.

I grandi Paesi come Germania, Francia e Italia, che però non sono in prima linea, invitano alla cautela. La ministra dell’Interno tedesca Nancy Faeser ha ricordato che «i disertori che rischiano una pesante repression­e ricevono di regola protezione internazio­nale in Germania». E il portavoce del cancellier­e tedesco, Steffen Hebestreit, ha osservato che «il fatto che molti russi non vogliano partecipar­e alla guerra è un buon segnale», ma bisogna trovare «una soluzione sostenibil­e» con gli altri partner europei.

Per cercare di fare chiarezza e coordinare una risposta comune la presidenza ceca dell’Ue ha convocato per domani mattina una riunione del gruppo di coordiname­nto delle crisi del Consiglio, che analizzerà gli sviluppi della guerra in Ucraina e discuterà di chi scappa dalla Russia per evitare di andare in guerra. Da parte sua Praga ha fatto sapere che tratterà i casi dei disertori come normali visti e non come visti umanitari.

Dal 12 settembre c’è un nuovo regime di visti per i cittadini russi che vogliono entrare nell’Ue perché gli Stati membri hanno sospeso l’accordo del 2007 con Mosca che prevedeva una procedura facilitata. Intanto venerdì la Finlandia ha annunciato che chiuderà i confini ai turisti russi «per ridurre significat­ivamente il numero di persone in arrivo in Finlandia dalla Russia», ha spiegato il presidente Sauli Niinistö, dopo che negli ultimi giorni sono raddoppiat­i gli ingressi nel Paese rispetto alla scorsa settimana. L’Ungheria, invece, ha assicurato che continuerà a rilasciare i visti turistici seguendo la procedura prevista dal trattato di Schengen.

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Oltre frontiera Russi in Georgia: code ai confini, dalla Finlandia alla Mongolia

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