Corriere della Sera

ITALIA PRESA D’ASSALTO DAI TURISTI SERVONO PERSONALE E INFRASTRUT­TURE

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Caro Aldo,

quest’estate ho visto proprio tanti stranieri, tedeschi, olandesi, francesi, danesi. È bello sapere che i turisti stranieri sono tornati nel nostro Paese. Dal punto di vista dei servizi, però, in tanti abbiamo sofferto per la carenza di personale nei ristoranti dove al tutto esaurito si accompagna­va l’impossibil­ità di stare dietro alle ordinazion­i. Che attese...

Marco Ferri

Il turismo ha ripreso alla grande, alberghi pieni, spiagge affollate, code. Buon segno, ci fa ben sperare?

Massimo Dalporto

Cari lettori,

Un po’ tutti abbiamo la sensazione che l’Italia sia presa d’assalto. Vi racconto solo qualche episodio di questi ultimi giorni. A Venezia mi hanno chiesto 600 euro per una camera in un hotel dove l’ultima volta ne avevo pagati 150. A Firenze ho chiamato i tre alberghi dove vado di solito: tutti pieni. Mi sono trovato una domenica sera all’aeroporto di Verona: una bolgia umana da girone dantesco. Al bar dopo i controlli due eroine — Angelica, veronese di Villafranc­a, e Maria, moldava — dovevano fare cassa, preparare e servire cibo e bevande a centinaia di clienti, fare alzare quelli che tiravano tardi per lasciare posto a quelli che dovevano ancora mangiare (non c’era una sedia libera in tutto l’aeroporto). Ma quest’estate ho assistito a resse ancora peggiori a Palermo e a Catania, due aeroporti rifatti di recente ma palesement­e inadeguati al traffico di una grande meta turistica come la Sicilia.

Il punto è che ormai l’inizio dell’autunno è per l’Italia alta stagione. Con il Medio Oriente e il Nord Africa quasi chiusi, il nostro Paese offre temperatur­e miti e magari ultimi bagni agli europei del Nord, dove è già quasi inverno. Nessuno si aspettava un rimbalzo così forte del turismo dopo la pandemia; anche perché stanno tornando gli americani. Noi però dovremmo fare una serie di cose. Assumere più personale e pagarlo meglio. Adeguare le infrastrut­ture, compresa l’alta velocità ferroviari­a al Sud, dove funzionano bene alcune piccole aree, dal Salento alla Costiera Amalfitana, ma regioni come la Calabria potrebbero essere valorizzat­e molto di più. Potenziare i collegamen­ti aerei, da far gestire almeno in parte a Ita: troppi turisti arrivano nel nostro Paese con compagnie aeree straniere. Costruire un vero grande gruppo alberghier­o italiano: molti tra gli hotel storici appartengo­no a catene estere. Investire negli spettacoli, nei concerti, nei teatri, nell’arte, nelle scuole per guide, designer, interpreti, per avere turismo di qualità. Altrimenti finiremo come i Paesi del Terzo mondo, in cui resta solo una piccola frazione di quello che spendono i turisti; la gran parte finisce all’estero, magari nei paradisi fiscali.

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