Torna il pop degli Aqua
La band che conquistò il successo con «Barbie Girl»: oggi non l’avremmo scritto, sarebbe un brano sessista
Personaggi Album e tour del gruppo dance tra i simboli degli Anni 90
C’è un metodo quasi infallibile per tornare indietro di 25 anni: basta ascoltare «Barbie Girl». La hit dance degli Aqua, con il suo mantra «life in plastic, it’s fantastic», usciva nell’estate del 1997, trainando poi «Aquarium», primo disco del gruppo danese, al successo mondiale: «Eravamo abbastanza sicuri di avere qualche bel pezzo, ma non immaginavamo certo che avremmo raggiunto quelle dimensioni planetarie. Nessuno di noi avrebbe mai pensato di trovarsi qui a parlarne 25 anni dopo».
Invece gli Aqua ci sono ancora, tornati a far ballare sull’onda della nostalgia anni 90, e per l’occasione torna anche «Aquarium», ripubblicato in vinile a celebrare il quarto di secolo: la cantante norvegese Lene Nystrøm e i due danesi René Dif (voce maschile) e Søren Rasted (chitarrista e batterista) scherzano fra di loro con la complicità di tre vecchi amici, anche se un componente si è perso per strada (Claus Norren ha abbandonato nel 2016) e anche se Nystrøm e Rasted, rispettivamente 48 e 53 anni, hanno alle spalle un lungo matrimonio: «Siamo stati sposati per 16 anni e abbiamo due figli — racconta lei —. Quando hai dei bambini e un lavoro in comune, devi mettere via ogni rancore e rispettarti. Fra noi c’è e ci sarà sempre un profondo amore».
In Italia si sono sempre sentiti ben accolti e il 18 febbraio 2023 saranno protagonisti di un maxi show al Forum di Assago: «Questo è il Paese in cui abbiamo avuto alcuni dei nostri risultati più importanti, come suonare al Festivalbar, a Sanremo o al Pavarotti and Friends — ricorda Rasted — e abbiamo fan italiani che vengono apposta all’estero per i nostri concerti». «Con Pavarotti ho cantato “Funiculì funiculà”, uno dei momenti più importanti della mia carriera — racconta Nystrøm —. Avevo i capelli arancioni sparati in aria e lui mi chiamava “il mio piccolo fiore arancione”. Era davvero un uomo gentile e aveva proprio dei gran polmoni: senza microfono faceva tremare tutto il palco».
Agli Aqua viene immancabilmente chiesto di cantare «Barbie Girl», nonostante ci tengano a far notare di non essere una «one hit wonder», cioè di non aver avuto un solo pezzo in testa alle classifiche, «ma almeno sette, da “Doctor Jones” a “Turn Back Time”». Non si sono stufati del loro tormentone? «Assolutamente no — dice Lene —. C’è stato un periodo in cui è stato un po’ faticoso, soprattutto negli Stati Uniti, perché tutti davano tante opinioni su una canzone che tu sai in cuor tuo da dove viene. Ma oggi ricantarla è pura gioia».
Vocina femminile contro vocione maschile, «Barbie Girl» nasceva «dal prendere in giro la chirurgia plastica che negli anni 90 iniziava a diffondersi. Ma in verità quando l’abbiamo scritta non pensavamo a nulla — ridono tutti e tre —. È prima di tutto una canzone ironica, come siamo sempre stati noi». Con la sensibilità di oggi, il testo un po’ sessuale e un po’ sessista in cui la bambola bionda Barbie è a disposizione di Ken, non passerebbe, dice la cantante: «Non credo proprio che ora potremmo scrivere la stessa canzone. Ma anche gli altri pezzi: infilavamo doppisensi sessuali dappertutto. Avevamo l’audacia di oltrepassare un po’ il limite, divertendoci. Poi se paragoni i nostri testi a quelli rap, non sono nulla, ma alla musica pop si chiede sempre di essere carina e gentile».
Rispetto ad altre formazioni eurodance, gli Aqua dicono di essere fortissimi dal vivo: «A costo di essere immodesta, siamo davvero i migliori nella nostra categoria. Non tanti gruppi dance degli anni 90 suonano davvero, ma noi ci siamo sempre impegnati tantissimo».
Incarnano in pieno un periodo, subito prima del nuovo Millennio, che come ogni revival si porta dietro tanti ricordi edulcorati: «C’è qualcosa di naive negli anni 90 che è difficile da replicare — sostengono —. Tante persone ci raccontano che siamo stati la colonna sonora della loro adolescenza e penso che aver toccato la loro vita in questo modo sia il complimento più grande per un artista».
Anche l’universo rosa del video di «Barbie Girl» ha fatto storia e se al tempo la Mattel, azienda che produce la bambola, fece loro causa (perdendo), gli Aqua ora scherzano sul film di Greta Gerwig dedicato a Barbie, in realizzazione in questo periodo: «Per noi essere nella colonna sonora sarebbe stato troppo scontato. E poi l’uscita del film ci darà una grande spinta, a prescindere. Ma ovviamente hanno visto il nostro video, forse dovremmo fargli causa!»
” Avevamo l’audacia di oltrepassare il limite: ci divertivamo inserendo allusioni sessuali nelle nostre canzoni