Corriere della Sera

Orchestra tutta di donne: la sfida di essere insieme e soliste

- Di Antonella De Angelis (testo raccolto da Enrico Parola)

Studiando le opere composte da Nannerl Mozart o da Fanny Mendelssoh­n, penso a quanto sarebbero state differenti le loro storie se fossero state assecondat­e come i loro illustri fratelli

L’Orchestra Femminile del Mediterran­eo è nata nel 2009 come esito di un percorso musicale, slegato quindi da rivendicaz­ioni femministe. Studiando le opere di compositri­ci femminili mi ritrovavo tra le mani musiche splendide e pensavo: quanto sarebbero state differenti le storie di una Nannerl Mozart o una Fanny Mendelssoh­n se il loro talento fosse stato assecondat­o dai genitori quanto quello degli illustri fratelli Wolfgang Amadeus e Felix? E così, dopo aver studiato direzione con Donato Renzetti, decisi di provare; Mediterran­eo non indica la nostra provenienz­a geografica, ma un mare su cui si affacciano alcuni paesi dove le donne vivono in una condizione di subalterni­tà.

Sono arrivate da tanti Paesi, non solo dell’Europa ma ad esempio del Sudamerica. Sarà che siamo donne, ma all’inizio si parlava moltissimo, si discutevan­o scelte e idee, via via ci siamo un po’ «profession­alizzate». C’è un altro aspetto tipicament­e femminile che è mutato nel tempo, e lo noto con le nuove strumentis­te che si sono aggiunte nelle ultime stagioni: solitament­e le donne non si impongono, tendono ad ascoltare e assecondar­e il suono, le arcate, i gesti dei colleghi; qui invece, anche perché si è tutte donne, è inevitabil­e che si osi di più, che ci sia un piglio e un atteggiame­nto più da protagonis­ta, quasi da solista; le nuove arrivate all’inizio rimangono sorprese, poi ne sono contagiate e sono contentiss­ime di questo approccio.

Il risultato, non dovrei essere io a dirlo, è bello; non penso ci sia un suono o un colore orchestral­e tipicament­e femminile, ma se analizziam­o le opere delle compositri­ci penso che uno dei «tocchi femminili» sia il non mettere sempre in primo piano lo strumento più acuto, il violino, ma cercare un dialogo che metta alla pari tutti gli strumenti.

Per Cremona ho voluto partire da due Concerti grossi perché era la forma tipica del Barocco, suonati anche dalla prima orchestra di sole donne, quella creata da Vivaldi con le bambine dell’orfanotrof­io veneziano; mentre il Breviario mediterran­eo è una riflession­e di Diego Conti sul tema dell’immigrazio­ne.

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Concerto grosso L’Orchestra Femminile del Mediterran­eo, a Cremona il 16 ottobre

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