Orchestra tutta di donne: la sfida di essere insieme e soliste
Studiando le opere composte da Nannerl Mozart o da Fanny Mendelssohn, penso a quanto sarebbero state differenti le loro storie se fossero state assecondate come i loro illustri fratelli
L’Orchestra Femminile del Mediterraneo è nata nel 2009 come esito di un percorso musicale, slegato quindi da rivendicazioni femministe. Studiando le opere di compositrici femminili mi ritrovavo tra le mani musiche splendide e pensavo: quanto sarebbero state differenti le storie di una Nannerl Mozart o una Fanny Mendelssohn se il loro talento fosse stato assecondato dai genitori quanto quello degli illustri fratelli Wolfgang Amadeus e Felix? E così, dopo aver studiato direzione con Donato Renzetti, decisi di provare; Mediterraneo non indica la nostra provenienza geografica, ma un mare su cui si affacciano alcuni paesi dove le donne vivono in una condizione di subalternità.
Sono arrivate da tanti Paesi, non solo dell’Europa ma ad esempio del Sudamerica. Sarà che siamo donne, ma all’inizio si parlava moltissimo, si discutevano scelte e idee, via via ci siamo un po’ «professionalizzate». C’è un altro aspetto tipicamente femminile che è mutato nel tempo, e lo noto con le nuove strumentiste che si sono aggiunte nelle ultime stagioni: solitamente le donne non si impongono, tendono ad ascoltare e assecondare il suono, le arcate, i gesti dei colleghi; qui invece, anche perché si è tutte donne, è inevitabile che si osi di più, che ci sia un piglio e un atteggiamento più da protagonista, quasi da solista; le nuove arrivate all’inizio rimangono sorprese, poi ne sono contagiate e sono contentissime di questo approccio.
Il risultato, non dovrei essere io a dirlo, è bello; non penso ci sia un suono o un colore orchestrale tipicamente femminile, ma se analizziamo le opere delle compositrici penso che uno dei «tocchi femminili» sia il non mettere sempre in primo piano lo strumento più acuto, il violino, ma cercare un dialogo che metta alla pari tutti gli strumenti.
Per Cremona ho voluto partire da due Concerti grossi perché era la forma tipica del Barocco, suonati anche dalla prima orchestra di sole donne, quella creata da Vivaldi con le bambine dell’orfanotrofio veneziano; mentre il Breviario mediterraneo è una riflessione di Diego Conti sul tema dell’immigrazione.