Corriere della Sera

Van Vleuten fa miracoli: vince il Mondiale col gomito rotto

Ciclismo: l’azzurra Persico è di bronzo

- Marco Bonarrigo

L’inquadratu­ra dall’elicottero è sfuocata, la pioggia battente annebbia l’occhio della telecamera. Ma nella foschia si vede benissimo la ciclista in maglia salmone pallido che supera a destra il gruppo a velocità doppia, disegna alla perfezione le ultime due curve e poi taglia il traguardo con tre bici di vantaggio su tutte. Annemiek Van Vleuten non riesce ad alzare le braccia sulla linea bianca: la frattura al gomito destro che l’ha fatta soffrire per tutti i 164 chilometri del campionato del mondo in linea di Wollongong, in Australia, la costringe a tenere le mani salde sul manubrio. Chi cercava un’impresa simbolo della grandezza del ciclismo femminile ieri l’ha trovata, chi la donna da affiancare a Eddy Merckx nel Pantheon delle due ruote anche.

Annemiek che compirà 40 anni tra quindici giorni è in pista da quattordic­i stagioni. Riassumere il suo palmarès è un’impresa: solo quest’anno ha vinto il Giro d’Italia (il terzo), il Tour de France, la Vuelta, la sua seconda Liegi (ma ci sono anche due Giri delle Fiandre) e, appunto, il secondo Mondiale in linea che si aggiunge ai due a cronometro. Nel conto vanno messe anche le Olimpiadi e altre novanta corse. Nata a due passi da Utrecht, in Olanda, Annemiek da ragazzina era un talento del calcio che un infortunio al ginocchio ha deviato (per fortuna sua e nostra) sul ciclismo. Arrivata tardi al profession­ismo perché prima ha voluto prendere una laurea (in zoologia) e un master in malattie infettive degli animali, era stata assunta in un laboratori­o di analisi ma dopo qualche mese ha deciso di mollarlo per pedalare («Passare la giornata davanti al microscopi­o non era la mia vita») e non è stata davvero una cattiva scelta. Annemiek che ha corso col gomito fratturato, è una capace di rimettersi in piedi dopo cadute terribili. Lanciata verso la vittoria ai Giochi di Rio del 2016, in discesa battè la testa contro un cordolo e si salvò per miracolo. Impiegò mesi a riprenders­i, un anno dopo vinse il primo mondiale ma l’anno successivo — sempre alla rassegna iridata — cadde e si sfracellò un ginocchio. «Qui in Australia — ha dichiarato ieri — ho visto l’inferno. Ero davvero partita per aiutare le compagne ma nel finale le ho viste in difficoltà. Con il gomito in quello stato non potevo disputare una volata di gruppo, quindi sono partita da lontano. Quando ho tagliato il traguardo non ci credevo, anzi non ci credo ancora adesso che lo racconto».

Van Vleuten ha staccato la belga Lotte Kopecky e la bergamasca Silvia Persico, terza, che ha portato a casa l’ennesima medaglia del nostro ciclismo femminile. «Ho sofferto tanto in salita — ha detto Persico — ma sono riuscita a tenere la ruota delle prime. Sapevo che Kopecky era l’avversaria più pericolosa e da come ho visto penare Van Vleuten non avrei mai immaginato un numero del genere». In una corsa lunga, dura (troppo per la campioness­a uscente Elisa Balsamo) e nervosissi­ma le nostre ragazze hanno gareggiato bene, con Elisa Longo Borghini che le ha provate tutte per evadere da lontano. Chissà che non ispirino i maschietti (giovani e inesperti, tranne i capitani Bettiol e Trentin) che stamattina (arrivo poco dopo le nove) cercherann­o una soluzione da podio in una corsa imbottita di fenomeni.

 ?? ??
 ?? (Afp, LaPresse) ?? Impresa Sopra, l’arrivo vittorioso di Annemiek Van Vleuten, 39 anni, davanti alla belga Lotte Kopecky e all’azzurra Silvia Persico. Sotto, l’olandese sul podio: evidenti (nel tondo) i segni della frattura al gomito destro
(Afp, LaPresse) Impresa Sopra, l’arrivo vittorioso di Annemiek Van Vleuten, 39 anni, davanti alla belga Lotte Kopecky e all’azzurra Silvia Persico. Sotto, l’olandese sul podio: evidenti (nel tondo) i segni della frattura al gomito destro

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy