Da Crosetto alla sorella che cita Tolkien Ecco la sua «comunità»
«Se solo sapessero l’ansia che hai provato, come quella prima volta a Porta a Porta. Le notti passate in bianco a studiare. Siamo arrivati dove siamo senza aiuti, anzi con molti ostacoli (…). Ti accompagnerò sul monte Fato a gettare quell’anello nel fuoco, come Sam con Frodo». L’immancabile citazione di Tolkien, in casa Meloni, stavolta ha il sapore di un passaggio storico. Il «dove siamo», nella testa di Arianna Meloni — che a poche ore dal voto scrive una lettera aperta su Facebook alla sorella Giorgia — è a un passo dalla vittoria elettorale. E il Fato, chissà, può essere quel monte scavallato il quale c’è Palazzo Chigi. Il senso intero di una «comunità» alle prese col passaggio decisivo. Quella vita nel partito che qualcuno faticava a chiamare «carriera», le notti sui libri, la paura di non farcela ad aprire bocca davanti a migliaia di delegati a un congresso di Alleanza Nazionale e la speranza di essere a un passo da dove gli altri, tutti gli altri, non si sono mai neanche avvicinati. Arianna è la sorella che lavora da precaria alla Regione Lazio, mai «stabilizzata» con un contratto a tempo indeterminato per volere di Giorgia, la sorella minore che adesso sta lassù. E poi c’è quella «comunità» ristretta e poi allargata della leader di Fratelli d’Italia, facce vecchie e conoscenze più recenti. Guadagnano alla spicciolata l’ingresso dell’hotel di Roma dov’è stata allestita la sala stampa post-elettorale. A differenza del «cerchio magico» di qualsiasi altro leader, è difficile incontrarli tutti assieme perché ciascuno presidia il suo dossier. Che Guido Crosetto sia una specie di regista della «squadra» lo dimostra una circostanza solo all’apparenza laterale: quando a inizio agosto, prima che si entrasse nel vivo della presentazione delle liste, la leader si è data due giorni di time out, l’altro fondatore del partito ha rinunciato alle ferie per presidiare il fortino. L’ex sottosegretario tesse la tela dei rapporti fuori dai confini di FdI: parla con gli industriali, conosce bene anche il mondo dei sindacati, è un interlocutore apprezzato anche nel centrosinistra. È cresciuto nella Dc ed è passato attraverso il berlusconismo proprio come Raffaele Fitto, l’ex golden boy di Forza Italia nato e cresciuto a Maglie, città di Aldo Moro, che adesso ha il delicato compito di fare l’ufficiale di collegamento con l’Unione europea. Ignazio La Russa è stato l’uomo che per primo ha avuto l’intuizione di
consegnare il futuro della destra italiana nelle mani di una donna. Il primo, insomma, che nel 2012 aveva iniziato a lavorare per la leadership di Giorgia Meloni. Le sue quotazioni nel cerchio magico della leader sono sempre altissime, come se fosse un «senatore a vita» di FdI. E poi c’è il tridente composto da Francesco Lollobrigida, Giovanbattista Fazzolari e Giovanni Donzelli: rispettivamente romano (e compagno della sorella Arianna), siciliano e toscano, il terzetto presidia tre terreni decisivi. Lollobrigida è l’uomo dell’organizzazione, dossier interno a FdI poi passato nelle mani di Donzelli quando il primo è andato a fare il capogruppo al posto di Rampelli; Fazzolari è l’uomo del centro studi, elabora le idee e scrive i programmi. E poi c’è lo staff ristretto: la portavoce Giovanna Ianniello, l’uomo dei social Tommaso Longobardi, cresciuto alla scuola Casaleggio. Quindi un’altra donna-chiave, che come la sorella Arianna agisce nell’ombra, ed è il vero braccio destro di Giorgia Meloni: l’assistente Patrizia Scurti, che lavora con lei da una vita. Dicono che non ci sia nulla, di «diretto a Giorgia», che non passi prima dalle sue mani.