Corriere della Sera

La sua leadership è diventata fragile E potrebbe convocare presto i congressi per farsi confermare

Persi due consensi su tre rispetto al boom delle Europee ma i suoi sono convinti che nel partito la spunterà ancora L’incognita degli equilibri (e dell’atteggiame­nto) nel governo

- di Marco Cremonesi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Matteo Salvini arriva alle 22.30, in auto da solo. Ad accoglierl­o trova le facce tese dei suoi colonnelli, che come tutti hanno negli occhi gli exit poll che circolano dal pomeriggio. La Lega spesso è data sotto il 10 per cento. Nei migliori, si supera di poco il 12 per cento. La prima uscita ufficiale parla di una forbice ampia, tra l’8,5 e l’11,5 per cento. Alla maratona Mentana su La7, nel lavorio della prima proiezione, sia pure senza fornire numeri Swg annuncia che il dato della Lega appare particolar­mente basso. Poi, arriva il numero: 8,5 per cento.

Il paradosso è dunque vistoso. Quello di un partito che siederà al tavolo dei vincitori, è destinato al governo e alla guida del paese, ma di suo ha perso la metà dei voti percentual­i rispetto al 2018, due su tre se si paragonano le Politiche 2022 alle elezioni d’oro della Lega, le Europee 2019, che erano poi le ultime in cui ha votato tutta Italia. In mattinata, al seggio di via Martinetti, zona Bande Nere, Matteo Salvini aveva mostrato la faccia più ottimista: «Conto che la Lega sia la forza parlamenta­re sul podio, prima seconda o terza al massimo. Da domani basta chiacchier­e e dagli impegni si passa ai fatti, noi abbiamo le idee chiare. Quando gli italiani votano, il voto è sacro».

Il sacro responso, però, è duro: la Lega è il quarto partito, i 5 Stelle di Giuseppe Conte nel «mini derby» tra gli azionisti del governo giallo verde l’hanno nettamente battuta, almeno a giudicare dai primi exit poll. A caldo, la reazione di Salvini è quella di vestire i panni del vincitore: «Il centrodest­ra è in netto vantaggio sia alla Camera che al Senato. Sarà una lunga notte, ma già ora vi voglio dire grazie». Ma questo — la vittoria del centrodest­ra — era tutto tranne che imprevedib­ile.

Nel pomeriggio erano arrivate sulle agenzie le dichiarazi­oni di Silvio Berlusconi che erano state un durissimo colpo per il morale leghista: «Sono abbastanza convinto — aveva detto il fondatore azzurro — che avremo più voti della Lega». Il fatto che l’ex premier, colui «che ha i sondaggi veri», si lanciasse nella spericolat­a dichiarazi­one era stata considerat­a dai leghisti di pessimo auspicio. Poi, la previsione si è in realtà rivelata errata.

Le domande che restano sono però moltissime: che cosa farà il segretario del partito? Come spiegherà la sconfitta interna al centrodest­ra (se qualcuno glielo chiederà)? Come sarà possibile recuperare il terreno soprattutt­o nelle regioni del nord che sembrano aver aperto una linea di credito alla nuova leader che avanza? E il sud è davvero una scommessa persa? La Sicilia inizierà lo spoglio delle schede soltanto questa mattina ma, anche lì, i sondaggi non sono entusiasma­nti. E soprattutt­o: si inaugurerà una nuova stagione di logorament­o del governo di cui si fa parte?

La leadership di Matteo Salvini, fino a questo momento mai messa in discussion­e, certamente esce ammaccata dalle Politiche 2022. Ma nessuno gliene chiederà conto, almeno non questa mattina o domani. C’è chi pensa che gli attesi congressi del partito — fino a questo momento si sono svolti soltanto quelli di sezione — potrebbero essere convocati dallo stesso Salvini, in modo da farsi riconferma­re il sostegno del partito in un momento in cui fa premio, appunto, la vittoria del centrodest­ra: «Con un programma di cambiament­o e di ascolto, il segretario di sicuro la spunterà ancora». Per altri leghisti, non è affatto detto che però la strada sarà quella dei congressi in tempi rapidi. Resta, tra i leghisti non soltanto della base, la sensazione di essersi fatti sfuggire un’occasione storica.

In via Bellerio

Arriva in auto da solo e trova le facce tese dei suoi colonnelli ad aspettarlo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy