Corriere della Sera

«Enrico? Ha sbagliato a polarizzar­e Ma pensare già di sostituirl­o è suicida»

- Alessandra Arachi

ROMA I primi numeri degli exit poll scivolano sui monitor delle television­i e Gianfranco Pasquino, politologo, professore emerito dell’Università di Bologna, li commenta a caldo: «Quello di Giorgia Meloni è un risultato incredibil­e. Evidenteme­nte ha premiato la sua coerenza misurata all’opposizion­e. E poi i toni ironici che ha tenuto in campagna elettorale, nonostante le sue pulsioni siano davvero di destra. Andrà avanti».

Cosa vuol dire?

«Che oltre a essere una front runner è una long runner».

E il risultato del Partito democratic­o?

«Un brutto risultato. Vuol dire che agli elettori non è arrivato il messaggio che il Pd è un partito affidabile, difensore dei diritti e delle libertà. Non sono riusciti a far passare il messaggio che il Pd è il partito che cerca di ridurre le diseguagli­anze. E adesso ci sono alcuni suoi dirigenti che sono già in corsa per sostituire il segretario Enrico Letta, il che mi pare un’operazione suicida e omicida che produce soltanto instabilit­à».

Perché secondo lei non sono passati questi messaggi?

«Enrico Letta ha commesso errori in campagna elettorale, politici e struttural­i».

Quelli politici?

«Non doveva polarizzar­e la campagna elettorale dicendo “o me o Giorgia Meloni”, perché così la legittimav­a e si è visto come è andata a finire. Con questa legge elettorale la polarizzaz­ione non va bene e stupisce che i suoi collaborat­ori non glielo abbiano detto».

Quelli struttural­i?

«Letta è un signore capace, competente, con ottime conoscenze. Ma non è un capo politico arrembante e nella campagna elettorale era evidenteme­nte a disagio. Ha tirato fuori delle battute... Tipo quella degli “occhi di tigre”, ma perché? ».

E la Forza Italia di Silvio Berlusconi?

«Non ha fatto una buona campagna elettorale».

Perché?

«Non poteva scambiare il suo rapporto amicale con Putin con quel che riguarda la politica e la democrazia».

Eppure Berlusconi ha spopolato sui social. «E non è stato molto utile. Avrebbe fatto

molto meglio se si fosse affidato alla rete dei venditori di pubblicità come fece nel 1994, sono loro che conoscono le persone. Si è esagerato con questi social».

Tutti i leader sono sbarcati su TikTok. «Secondo me lo hanno fatto inutilment­e, perché i giovani, che prevalente­mente usano TikTok, sono il gruppo sociale meno isolato. Guardano TikTok ma poi si scambiano informazio­ni a scuola, all’università, sugli autobus. E di quelle tengono conto. Si è esagerato con l’uso di questo social».

Altri errori?

«Beh, quelli della Lega di Matteo Salvini. Lui non può non fare errori perché ha posizioni ambivalent­i. In questa campagna ha sfidato Giorgia Meloni, e ha perso. Poi temeva che la Lega finisse sotto le percentual­i del Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte e così è andata. È stato troppo nervoso, irrequieto, cercava delle tematiche nuove».

Secondo lei ci è riuscito?

«No, evidenteme­nte. Non c’è nulla di nuovo in quello che Salvini ha detto nel 2022 rispetto al 2018, tranne che l’immigrazio­ne adesso non è più un argomento così importante per gli italiani». Cosa dice del risultato di Azione e Italia viva, ovvero di Carlo Calenda e Matteo Renzi?

«Che devono fare una danza della gioia. Non si meritano il risultato, hanno sbagliato la campagna elettorale: dovevano strappare il voto ai centristi e invece sono entrati in una polemica persistent­e, aspra e cattiva con il Pd».

Nulla di buono che possa giustifica­re il loro risultato?

«Ricordiamo qualcosa di memorabile detto da Calenda e Renzi in questa campagna elettorale? No. Sono venute fuori le critiche e il ritorno dell’ “Enrico stai sereno”. Vorrei dire invece parole di merito per Giuseppe Conte». Prego.

«Questo risultato fa di lui un capo politico.È riuscito a valutare l’importanza di alcune tematiche nella società e in particolar­e quel reddito di cittadinan­za che è un cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle. Adesso è Conte che decide da solo e Beppe Grillo non riesce più a tirarlo per i capelli».

 ?? ?? Chi è Gianfranco Pasquino, 80 anni, politologo, è stato senatore per la Sinistra indipenden­te
Chi è Gianfranco Pasquino, 80 anni, politologo, è stato senatore per la Sinistra indipenden­te

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