«Enrico? Ha sbagliato a polarizzare Ma pensare già di sostituirlo è suicida»
ROMA I primi numeri degli exit poll scivolano sui monitor delle televisioni e Gianfranco Pasquino, politologo, professore emerito dell’Università di Bologna, li commenta a caldo: «Quello di Giorgia Meloni è un risultato incredibile. Evidentemente ha premiato la sua coerenza misurata all’opposizione. E poi i toni ironici che ha tenuto in campagna elettorale, nonostante le sue pulsioni siano davvero di destra. Andrà avanti».
Cosa vuol dire?
«Che oltre a essere una front runner è una long runner».
E il risultato del Partito democratico?
«Un brutto risultato. Vuol dire che agli elettori non è arrivato il messaggio che il Pd è un partito affidabile, difensore dei diritti e delle libertà. Non sono riusciti a far passare il messaggio che il Pd è il partito che cerca di ridurre le diseguaglianze. E adesso ci sono alcuni suoi dirigenti che sono già in corsa per sostituire il segretario Enrico Letta, il che mi pare un’operazione suicida e omicida che produce soltanto instabilità».
Perché secondo lei non sono passati questi messaggi?
«Enrico Letta ha commesso errori in campagna elettorale, politici e strutturali».
Quelli politici?
«Non doveva polarizzare la campagna elettorale dicendo “o me o Giorgia Meloni”, perché così la legittimava e si è visto come è andata a finire. Con questa legge elettorale la polarizzazione non va bene e stupisce che i suoi collaboratori non glielo abbiano detto».
Quelli strutturali?
«Letta è un signore capace, competente, con ottime conoscenze. Ma non è un capo politico arrembante e nella campagna elettorale era evidentemente a disagio. Ha tirato fuori delle battute... Tipo quella degli “occhi di tigre”, ma perché? ».
E la Forza Italia di Silvio Berlusconi?
«Non ha fatto una buona campagna elettorale».
Perché?
«Non poteva scambiare il suo rapporto amicale con Putin con quel che riguarda la politica e la democrazia».
Eppure Berlusconi ha spopolato sui social. «E non è stato molto utile. Avrebbe fatto
molto meglio se si fosse affidato alla rete dei venditori di pubblicità come fece nel 1994, sono loro che conoscono le persone. Si è esagerato con questi social».
Tutti i leader sono sbarcati su TikTok. «Secondo me lo hanno fatto inutilmente, perché i giovani, che prevalentemente usano TikTok, sono il gruppo sociale meno isolato. Guardano TikTok ma poi si scambiano informazioni a scuola, all’università, sugli autobus. E di quelle tengono conto. Si è esagerato con l’uso di questo social».
Altri errori?
«Beh, quelli della Lega di Matteo Salvini. Lui non può non fare errori perché ha posizioni ambivalenti. In questa campagna ha sfidato Giorgia Meloni, e ha perso. Poi temeva che la Lega finisse sotto le percentuali del Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte e così è andata. È stato troppo nervoso, irrequieto, cercava delle tematiche nuove».
Secondo lei ci è riuscito?
«No, evidentemente. Non c’è nulla di nuovo in quello che Salvini ha detto nel 2022 rispetto al 2018, tranne che l’immigrazione adesso non è più un argomento così importante per gli italiani». Cosa dice del risultato di Azione e Italia viva, ovvero di Carlo Calenda e Matteo Renzi?
«Che devono fare una danza della gioia. Non si meritano il risultato, hanno sbagliato la campagna elettorale: dovevano strappare il voto ai centristi e invece sono entrati in una polemica persistente, aspra e cattiva con il Pd».
Nulla di buono che possa giustificare il loro risultato?
«Ricordiamo qualcosa di memorabile detto da Calenda e Renzi in questa campagna elettorale? No. Sono venute fuori le critiche e il ritorno dell’ “Enrico stai sereno”. Vorrei dire invece parole di merito per Giuseppe Conte». Prego.
«Questo risultato fa di lui un capo politico.È riuscito a valutare l’importanza di alcune tematiche nella società e in particolare quel reddito di cittadinanza che è un cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle. Adesso è Conte che decide da solo e Beppe Grillo non riesce più a tirarlo per i capelli».