Corriere della Sera

LA STORIA RISCRITTA DA PUTIN PER AZZERARE LE LIBERTÀ

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Caro direttore,

leggo che nel Donbass viene proibito di parlare in ucraino nelle scuole, che nelle scuole russe viene «riscritta» la storia e insegnato il patriottis­mo, e in Ucraina bandita la letteratur­a russa: sono tre esempi concatenat­i di quanto orrore produce anche culturalme­nte la guerra. E di quanto odio si voglia instillare nelle nuove generazion­i. Mi vengono in mente due film e due monologhi illuminant­i: quello della moglie del vicescerif­fo affiliato al Ku Klux Klan di Mississipp­i Burning: «L’odio non è una cosa con cui nasci, ti viene insegnato. A scuola ti dicono che la segregazio­ne è quello che dice la Bibbia. Quando arrivi a sei anni, te l’hanno detto tante volte che arrivi a crederci. Credi nell’odio. Lo vivi. Lo respiri. Lo sposi, persino».

E il monologo del Tenente Colonnello non vedente Al

Pacino in Scent of a Woman: «Ho girato il mondo, cosa crede? C’è stato un tempo in cui ci vedevo! E allora ho visto ragazzi come questi, con le braccia strappate, le gambe lacerate, ma non c’è niente di peggio che assistere alla stupida amputazion­e di un’anima, perché per quello non c’è protesi! Io mi sono trovato spesso ad un bivio nella mia vita; io ho sempre saputo qual era la direzione giusta, senza incertezze, ma non l’ho mai presa. E sapete perché? Era troppo duro imboccarla. Questo succede a Charlie: è giunto ad un bivio ed ha scelto una strada, ed è quella giusta: è una strada fatta di principi, che formano il carattere. Lasciatelo continuare nel suo viaggio.

Voi adesso avete il futuro di questo ragazzo nelle vostre mani, è un futuro prezioso, potete credermi. Non lo distrugget­e. Proteggete­lo, abbracciat­elo. È una cosa di cui un giorno andrete fieri, molto fieri». Sottoscriv­o questo: proteggete quei ragazzi, non distrugget­e il futuro, non insegnate l’odio.

Daniele Piccinini

Caro signor Piccinini,

Tra le conseguenz­e disastrose di questa guerra quella dell’attacco alla cultura, alle libertà di espression­e e di pensiero è certamente una delle più rilevanti: perché vuole provocare la «stupida amputazion­e dell’anima» che lei cita dal film con Al Pacino. Ormai sappiamo tutto su come agiscano Putin e il suo apparato repressivo. Preoccupa che una deriva simile possa sfiorare anche chi, come gli ucraini, sta difendendo la propria indipenden­za e la propria libertà.

Non possiamo neppure immaginare cosa stia accadendo in questi giorni nel Donbass, con un referendum farsa imposto alla popolazion­e nel pieno di una guerra. Un voto che di libero non ha niente e che segnerà il destino di tanti ragazzi che con la scheda stanno ricevendo anche la cartolina d’arruolamen­to nell’esercito russo. Insegnare a odiare chi non riconosce la potenza della madre Russia, azzerare le libertà, nelle scuole e nelle università, nei giornali e nelle tv sono le armi che Putin sta usando in patria per nascondere il suo fallimento. Ma, nonostante ciò, abbiamo visto tanti giovani protestare e farsi arrestare. Sono solo loro a farci sperare che il progetto di annientame­nto culturale possa trovare un argine nelle coscienze individual­i di tanti russi.

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