Attenzione ai dettagli e qualità artigianale Le chiavi di un settore che resiste anche oggi
Centinaia le imprese di tessile e abbigliamento. Nonostante la scarsa manodopera
Tèssere, unire trame e portare la provincia emiliana sulle passerelle dell’alta moda di tutto il mondo. Il distretto della maglieria di Carpi lo fa da generazioni con quelle capacità artigianali valorizzate da piccole e medie imprese spesso a conduzione familiare. «Il legame di questo territorio con la produzione tessile rimane il cuore della città, rappresenta una storia collettiva visto che in ogni famiglia è presente un parente che lavora o ha lavorato nella tessitura» spiega Stefania Gasparini, vicesindaca di Carpi con delega all’Economia che parla a nome di Carpi Fashion System, il progetto nato nel 2021 dalla collaborazione tra istituzioni locali (il Comune), associazioni economiche (Confindustria Emilia e Camera di Commercio di Modena tra le altre) fino alla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi: «Ci siamo evoluti, la nostalgia dei tempi che furono non basta; progettare facendo sistema sta aiutando soprattutto le aziende più piccole che senza questo supporto non riuscirebbero a farcela». I numeri del distretto raccontano di circa 700 imprese tra tessile e abbigliamento e oltre 4.500 dipendenti con un export cresciuto del 47,9% sul 2020 e del 10,5% rispetto al 2019.
Tra i protagonisti c’è Gianluca Sacchetti della Sacchetti Maglierie (ex maglificio Clorinda), che a 37 anni porta avanti una tradizione di famiglia e guida il laboratorio insieme al padre, che a sua volta lo aveva ereditato dallo zio: «Il nostro è il maglificio più antico di Carpi, attivo dal 1954 con un nome diverso ma sempre nella stessa sede. Contiamo tra i 25 e i 30 dipendenti e ci siamo sempre orientati sulla formula artigianale. Siamo convinti che per le imprese italiane del nostro settore non sono e non saranno i prezzi il motore ma la qualità dei prodotti e i servizi offerti».
Sacchetti come gli altri imprenditori sottolinea un problema comune (oltre ovviamente al recentissimo tema del caro energia: la mancanza di manodopera qualificata. Un vuoto di formazione che si sta provando a colmare: da qualche giorno all’istituto professionale Vallauri di Carpi è partito il primo corso pilota di maglieria dedicato alle quinte superiori, iniziativa promossa da Carpi Fashion System per valorizzare la più specifica produzione carpigiana. Storie di imprenditoria femminile come l’azienda tessile Crea-Si di Gloria Trevisani che realizza prototipi e collezioni per i marchi dell’alta moda: «Siamo 17 donne e un uomo con una grande attenzione nel conciliare tempi di vita e di lavoro. A me è sempre piaciuto lavorare con le altre donne e nella nostra realtà abbiamo un’età media di 35 anni, anche se proprio recentemente
L’imprenditore «Ci vuole più formazione per colmare il vuoto di operai specializzati»
è entrata nella nostra squadra un’apprendista 20enne». E poi una grande attenzione alla ricerca da parte di chi sta esplorando le nuove frontiere del tessile come la Staff Jersey di Federico Poletti: «Oltre al tradizionale comparto della moda dove partecipiamo alle principali fiere come Milano e Parigi ci siamo specializzati nei nuovi materiali per lo sport, con nuovi tessuti ultraleggeri e con grandi prestazioni termiche e nella aerodinamica. L’innovazione alla quale ci ha spinto la pandemia ci sta invece portando a testare e approfondire anche i materiali per il comparto sanitario».
La vicesindaca «La nostalgia non basta, bisogna aiutare le aziende, specie quelle più piccole»