Corriere della Sera

Salvini: «Paghiamo il sostegno a Draghi Ma rifarei tutto» Bossi per ora è fuori

- M. Cre.

Il leader: «Insoddisfa­tto del 9%, ma abbiamo 100 parlamenta­ri che lavorerann­o compatti in un governo di centrodest­ra» Il Senatur è costretto a sperare soltanto in un ripescaggi­o

MILANO La sconfitta? Colpa del governo «contro natura». L’immagine non è di Matteo Salvini ma del suo luogotenen­te ligure Edoardo Rixi. Mentre il segretario leghista l’ha detta così: «Abbiamo anteposto il lavoro per il Paese all’interesse di partito».

Il giorno dopo alla batosta elettorale, Salvini ammette di essere «andato a dormire abbastanza incazz...» ma di essersi risvegliat­o «carico a molla e pieno di voglia di fare». E con un punto di vista diverso dalla sera precedente. Perché il sostegno al governo Draghi, secondo il leader leghista, ha avuto un prezzo salato: «Fino alla settimana scorsa, avevamo il doppio dei voti. Ma da usare con un governo che spesso ci vedeva come fastidiose comparse». Ora, con un governo di centrodest­ra e «100 parlamenta­ri che lavorerann­o compatti per i prossimi cinque anni» l’habitat è più naturale: «Certo, il 9% mi resta qua — dice Salvini indicando il gozzo — avrei preferito il 15% al 9%». Ma se avessimo «scelto di trascinare per altri 9 mesi un governo litigioso, inadempien­te e conla fuso, sarebbe stato un problema per la Lega». Già che ha parlato di risveglio, il segretario della Lega accenna a quello della presidente della commission­e Ue: «Chi ha chiacchier­ato a vanvera sui giornali mettendo in dubbio la libertà degli italiani è stato ripagato. Abbiamo la maggioranz­a assoluta alla Camera e al Senato. Non so se si sia alzata bene Ursula von der Leyen, ma viva la democrazia. Le mando un bacione».

Mentre a Giorgia Meloni, Salvini ha fatto i compliment­i alle quattro del mattino: «È stata brava, non sono invidioso: chapeau. E spero che il centrodest­ra includa tutti, anche Noi moderati».

Chi rincara la dose nei confronti del governo Draghi è appunto Rixi: «Il problema di Salvini è che in tutti questi mesi spesso gli sono state chieste cose contro natura». E «ricordo che sempre in questo periodo il presidente del Consiglio non ha certo difeso il leader della Lega dagli attacchi che ha ricevuto, mentre Salvini è stato coerente garantendo­gli la fiducia fino alla fine». Mentre «ci sono state conferenze stampa del premier che finivano tutte con recriminaz­ioni nei nostri confronti». Di qui, la rivendicaz­ione di Salvini: «Su richiesta di buona parte della classe dirigente, uscimmo dal governo Conte, entrammo in quello Draghi sempre su richiesta di buona parte della classe dirigente, con la fine del governo Draghi ho fatto di testa mia».

Il segretario leghista poi si pone la domanda e si risponde da solo: «Ma ci rientrereb­be al governo con Draghi? Sì, ci rientrerei per responsabi­lità nei confronti dell’Italia». Ma in ogni caso «gli elettori hanno premiato chi ha fatto opposizion­e al governo, e anche coloro che lo hanno fatto cadere sui termovalor­izzatori. Certo, io li voglio i termovalor­izzatori...». Nella Lega, questo è il concetto saldissimo albase della narrazione post elettorale: «hanno vinto i Fratelli d’Italia, perché opposizion­e, e Giuseppe Conte che ha innescato il «draghicidi­o».

Già che si parla del governo, Salvini ricorda che «è in carica per almeno un altro mese e io do il mio assenso perché porti alle Camere un decreto energia e salvabolle­tte urgente. Tutto il resto può venire dopo». Quasi una diffida dal prendere «iniziative fuori dall’ordinario» e dal fare «qualche nomina in giro».

In serata, però, arriva un’altra tegola: Umberto Bossi non è stato eletto alla Camera. A tarda ora, qualcuno ancora spera in ripescaggi, ma il cabalistic­o «flipper» — il meccanismo di ripartizio­ne delle preferenze — ha punito il fondatore della Lega. E con lui anche Giulio Centemero, il tesoriere del partito e uomo chiave della Lega a trazione Salvini. Bossi era il capolista a Varese, Centemero a Bergamo. Due roccaforti in cui il partito è comunque andato meglio che non nel resto del Paese. Nulla da fare lo stesso.

«Il governo in carica faccia un decreto energia e salvabolle­tte Il resto verrà dopo»

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Segretario Matteo Salvini ieri nella sede delle Lega in via Bellerio, a Milano
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(foto Claudio Furlan / LaPresse)

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