Corriere della Sera

Conte affonda sul Pd ma lascia la porta aperta E incassa i compliment­i (con riserva) di «Dibba»

L’ex premier a Letta: «Non cerchi capri espiatori» Grillo sui social commenta il voto paragonand­o il Movimento a un nespolo solo all’apparenza morto

- Emanuele Buzzi

MILANO Parla di «grande successo» ed è visibilmen­te soddisfatt­o: Giuseppe Conte all’indomani del voto gongola per il 15% ottenuto alle Politiche e si toglie qualche sassolino dalle scarpe. Nel mirino finisce anzitutto il gruppo dirigente dem, che ha tagliato i ponti con gli stellati in seguito alle dimissioni di Mario Draghi. «Letta oggi ha puntato il dito contro di me in modo esplicito e univoco. Credo che quando c’è una sconfitta, un leader non debba cercare capri espiatori o nemici esterni», dice il leader M5S in una conferenza stampa alla Camera. E contrattac­ca: «Letta ha accettato col Pd di metterci un dito negli occhi, inserendo una norma su un incenerito­re» nel dl Aiuti «e sconfessan­do quanto fatto insieme». Eppure lascia aperto uno spiraglio per una futura alleanza con i dem dopo il congresso: «Bisogna vedere quale Pd verrà fuori» (e non chiude a un asse alle Regionali del Lazio).

Nonostante i Cinque Stelle siano il primo partito in sette regioni meridional­i e al settentrio­ne abbiano ottenuto risultati spesso a una cifra, Conte prova a scansare etichette che possano danneggiar­e l’immagine del M5S come forza politica nazionale («Non siamo il partito del Sud ma siamo sicurament­e la forza politica che ha ricevuto la più grande investitur­a al Sud», afferma) e non a caso annuncia la sua ventilata elezione in Lombardia. Una scelta, che, in realtà ha scontentat­o diversi esponenti al Nord: «Ci ha sottratto uno dei pochi seggi sicuri, togliendo ulteriore ossigeno al lavoro degli attivisti».

Il presidente M5S, dopo aver riconosciu­to la vittoria di Giorgia Meloni, prova a mettere già i paletti al futuro governo di centrodest­ra: «Se verrà toccato il reddito di cittadinan­za, l’opposizion­e sarà durissima e inflessibi­le. Se qualcuno ha delle idee equisconfi­tta voche su questo è meglio che se la chiarisca subito, perché c’è anche la prospettiv­a di un esercizio provvisori­o». E ancora: «Noi saremo un baluardo della Costituzio­ne per quanto riguarda eventuali percorsi riformator­i».

E a pungolare la leader di Fratelli d’Italia ci pensa anche un ex M5S illustre: Alessandro Di Battista.«La Meloni ha vinto senza fare nulla, non ha neanche azzeccato particolar­mente la campagna elettorale, le hanno consegnato il Paese», dice su Facebook. L’ex deputato parla anche della di Di Maio: «Per Luigi non provo alcuna gioia, mi dispiace anche un po’ per lui, ma chi è causa del suo mal pianga se stesso». Di Battista sottolinea la remuntada stellata: «Il M5S ha avuto obiettivam­ente un recupero importante, che in pochi avrebbero immaginato 3-4 settimane fa. Il merito è di Conte». Ma poi puntualizz­a: «Ora mi auguro che le cose dette, che gli hanno consentito questo recupero importante, vengano mantenute nei prossimi mesi, a partire dal no all’invio d’armi in Ucraina e al cambio di passo sulla guerra». Dopo settimane di silenzio, commenta i risultati a suo modo anche Beppe Grillo. Prima sui social posta un video in cui loda il M5S, paragonand­olo a un nespolo all’apparenza morto, ma in realtà vivo tanto da dare i suoi frutti. Poi, come svela l’Adnkronos, pubblica sul suo profilo WhatsApp una storia in cui appare la foto di uno spremiagru­mi incorporat­o in una sedia, con un bicchiere posto al di sotto della seduta: un messaggio criptico rivolto probabilme­nte agli sconfitti di queste elezioni.

Ma il post-voto è segnato anche dalle prime analisi interne. La figura di Conte emerge come dominante: la cartina di tornasole è il voto in Sicilia. Al Senato il M5S supera il 27%, mentre alle Regionali (senza il leader a trainare) si ferma al 15%. Un dato che sta facendo aumentare il tam tam interno e il pressing di alcuni big sui vertici per poter «rivedere» il vincolo del terzo mandato, tornando alla soluzione individuat­a qualche mese fa: due mandati per ciascun incarico. Una soluzione che permettere­bbe di schierare i big alle prossime Regionali ed Europee. Ma la soluzione deve passare le forche caudine di Grillo.

L’ex deputato: «Spero che le promesse usate per recuperare vengano mantenute»

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Presidente Giuseppe Conte guida i 5 Stelle dall’agosto 2021 (LaPresse)

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