Conte affonda sul Pd ma lascia la porta aperta E incassa i complimenti (con riserva) di «Dibba»
L’ex premier a Letta: «Non cerchi capri espiatori» Grillo sui social commenta il voto paragonando il Movimento a un nespolo solo all’apparenza morto
MILANO Parla di «grande successo» ed è visibilmente soddisfatto: Giuseppe Conte all’indomani del voto gongola per il 15% ottenuto alle Politiche e si toglie qualche sassolino dalle scarpe. Nel mirino finisce anzitutto il gruppo dirigente dem, che ha tagliato i ponti con gli stellati in seguito alle dimissioni di Mario Draghi. «Letta oggi ha puntato il dito contro di me in modo esplicito e univoco. Credo che quando c’è una sconfitta, un leader non debba cercare capri espiatori o nemici esterni», dice il leader M5S in una conferenza stampa alla Camera. E contrattacca: «Letta ha accettato col Pd di metterci un dito negli occhi, inserendo una norma su un inceneritore» nel dl Aiuti «e sconfessando quanto fatto insieme». Eppure lascia aperto uno spiraglio per una futura alleanza con i dem dopo il congresso: «Bisogna vedere quale Pd verrà fuori» (e non chiude a un asse alle Regionali del Lazio).
Nonostante i Cinque Stelle siano il primo partito in sette regioni meridionali e al settentrione abbiano ottenuto risultati spesso a una cifra, Conte prova a scansare etichette che possano danneggiare l’immagine del M5S come forza politica nazionale («Non siamo il partito del Sud ma siamo sicuramente la forza politica che ha ricevuto la più grande investitura al Sud», afferma) e non a caso annuncia la sua ventilata elezione in Lombardia. Una scelta, che, in realtà ha scontentato diversi esponenti al Nord: «Ci ha sottratto uno dei pochi seggi sicuri, togliendo ulteriore ossigeno al lavoro degli attivisti».
Il presidente M5S, dopo aver riconosciuto la vittoria di Giorgia Meloni, prova a mettere già i paletti al futuro governo di centrodestra: «Se verrà toccato il reddito di cittadinanza, l’opposizione sarà durissima e inflessibile. Se qualcuno ha delle idee equisconfitta voche su questo è meglio che se la chiarisca subito, perché c’è anche la prospettiva di un esercizio provvisorio». E ancora: «Noi saremo un baluardo della Costituzione per quanto riguarda eventuali percorsi riformatori».
E a pungolare la leader di Fratelli d’Italia ci pensa anche un ex M5S illustre: Alessandro Di Battista.«La Meloni ha vinto senza fare nulla, non ha neanche azzeccato particolarmente la campagna elettorale, le hanno consegnato il Paese», dice su Facebook. L’ex deputato parla anche della di Di Maio: «Per Luigi non provo alcuna gioia, mi dispiace anche un po’ per lui, ma chi è causa del suo mal pianga se stesso». Di Battista sottolinea la remuntada stellata: «Il M5S ha avuto obiettivamente un recupero importante, che in pochi avrebbero immaginato 3-4 settimane fa. Il merito è di Conte». Ma poi puntualizza: «Ora mi auguro che le cose dette, che gli hanno consentito questo recupero importante, vengano mantenute nei prossimi mesi, a partire dal no all’invio d’armi in Ucraina e al cambio di passo sulla guerra». Dopo settimane di silenzio, commenta i risultati a suo modo anche Beppe Grillo. Prima sui social posta un video in cui loda il M5S, paragonandolo a un nespolo all’apparenza morto, ma in realtà vivo tanto da dare i suoi frutti. Poi, come svela l’Adnkronos, pubblica sul suo profilo WhatsApp una storia in cui appare la foto di uno spremiagrumi incorporato in una sedia, con un bicchiere posto al di sotto della seduta: un messaggio criptico rivolto probabilmente agli sconfitti di queste elezioni.
Ma il post-voto è segnato anche dalle prime analisi interne. La figura di Conte emerge come dominante: la cartina di tornasole è il voto in Sicilia. Al Senato il M5S supera il 27%, mentre alle Regionali (senza il leader a trainare) si ferma al 15%. Un dato che sta facendo aumentare il tam tam interno e il pressing di alcuni big sui vertici per poter «rivedere» il vincolo del terzo mandato, tornando alla soluzione individuata qualche mese fa: due mandati per ciascun incarico. Una soluzione che permetterebbe di schierare i big alle prossime Regionali ed Europee. Ma la soluzione deve passare le forche caudine di Grillo.
L’ex deputato: «Spero che le promesse usate per recuperare vengano mantenute»