Verzelli: il pericolo è l’aumento dei segnali di una nuova recessione
«Il convitato di pietra dei mercati finanziari in questo momento è la recessione, di cui al momento non c’è traccia, ma la cui eventualità pesa come una minaccia». Questa la valutazione di Gianluca Verzelli, senior banker di Banca Aletti, gruppo Banco Bpm, di fronte alla caduta congiunta delle Borse e del valore delle obbligazioni in Italia e in tutto il mondo.
Perché la situazione appare così complessa?
«In tutte le crisi precedenti, da quella innescata dalla pandemia, a quella dei debiti sovrani e andando indietro fino al crollo della Lehman, era evidente il nesso tra la causa scatenante e gli effetti provocati sui mercati, che generalmente sono stati riassorbiti nell’arco di un anno».
Che cosa c’è di diverso adesso?
«In questo momento i mercati subiscono le conseguenze negative di più elementi scatenanti, che vanno dall’inflazione, al rialzo dei tassi di interesse, alla situazione geopolitica con la guerra russoucraina, fino alla volatilità dei prezzi delle materie prime».
Tutto questo ha colpito severamente gli investitori
«Certamente i cali sono stati vistosi. Da inizio anno i Btp a 10 anni hanno perso circa il 21%, il Bund il 18%, le obbligazioni societarie il 12-14% e i principali listini europei e americani sono sotto del 20% rispetto alle valutazioni di inizio gennaio».
Ci sono altri elementi avversi all’orizzonte?
«Uno dei fattori di crisi che hanno pesato di più sulle performance negative degli indici e dei listini è stato il caro delle materie prime. Ma abbiamo anche potuto assistere a un rapido sgonfiarsi dei prezzi, in particolare quelli del petrolio. Questo per dire che gli elementi di avversità possono anche risolversi piuttosto rapidamente».
Tuttavia i mercati non sembrano vedere il bicchiere mezzo pieno...
«Il vero rischio all’orizzonte è quello di una recessione. Tutti gli organismi internazionali e gli istituti di ricerca danno per scontato un forte rallentamento della crescita economica a fine 2022 e nel primo semestre del 2023.
Nessuno parla apertamente di recessione ma questa evenienza non può essere esclusa, anche se in questa fase è ancora prematuro prenderla in considerazione».
Che margini di scelta hanno i risparmiatori?
«Dopo la correzione che c’è stata le quotazioni di Borsa dei titoli incorporano già quasi tutti gli elementi negativi possibili. Anche le obbligazioni, che a inizio anno avevano rendimenti pressoché nulli sono arrivate a offrire una remunerazione interessante, sebbene ancora non in grado di pareggiare il tasso di inflazione. Questa novità potrebbe adesso invogliare i risparmiatori a investire nei bond piuttosto che lasciare il denaro parcheggiato nei conti correnti».
I listini europei e americani sono sotto circa del 20% rispetto a inizio gennaio e le cause sono molte
I rischi politici hanno un peso nel frenare decisioni di investimento meno avverse al rischio?
«Questo è possibile, ma esiste un possibile effetto sorpresa, ad esempio nel caso della guerra russo-ucraina, che potrebbe giocare favorevolmente».