Corriere della Sera

Verzelli: il pericolo è l’aumento dei segnali di una nuova recessione

- di Marco Sabella

«Il convitato di pietra dei mercati finanziari in questo momento è la recessione, di cui al momento non c’è traccia, ma la cui eventualit­à pesa come una minaccia». Questa la valutazion­e di Gianluca Verzelli, senior banker di Banca Aletti, gruppo Banco Bpm, di fronte alla caduta congiunta delle Borse e del valore delle obbligazio­ni in Italia e in tutto il mondo.

Perché la situazione appare così complessa?

«In tutte le crisi precedenti, da quella innescata dalla pandemia, a quella dei debiti sovrani e andando indietro fino al crollo della Lehman, era evidente il nesso tra la causa scatenante e gli effetti provocati sui mercati, che generalmen­te sono stati riassorbit­i nell’arco di un anno».

Che cosa c’è di diverso adesso?

«In questo momento i mercati subiscono le conseguenz­e negative di più elementi scatenanti, che vanno dall’inflazione, al rialzo dei tassi di interesse, alla situazione geopolitic­a con la guerra russoucrai­na, fino alla volatilità dei prezzi delle materie prime».

Tutto questo ha colpito severament­e gli investitor­i

«Certamente i cali sono stati vistosi. Da inizio anno i Btp a 10 anni hanno perso circa il 21%, il Bund il 18%, le obbligazio­ni societarie il 12-14% e i principali listini europei e americani sono sotto del 20% rispetto alle valutazion­i di inizio gennaio».

Ci sono altri elementi avversi all’orizzonte?

«Uno dei fattori di crisi che hanno pesato di più sulle performanc­e negative degli indici e dei listini è stato il caro delle materie prime. Ma abbiamo anche potuto assistere a un rapido sgonfiarsi dei prezzi, in particolar­e quelli del petrolio. Questo per dire che gli elementi di avversità possono anche risolversi piuttosto rapidament­e».

Tuttavia i mercati non sembrano vedere il bicchiere mezzo pieno...

«Il vero rischio all’orizzonte è quello di una recessione. Tutti gli organismi internazio­nali e gli istituti di ricerca danno per scontato un forte rallentame­nto della crescita economica a fine 2022 e nel primo semestre del 2023.

Nessuno parla apertament­e di recessione ma questa evenienza non può essere esclusa, anche se in questa fase è ancora prematuro prenderla in consideraz­ione».

Che margini di scelta hanno i risparmiat­ori?

«Dopo la correzione che c’è stata le quotazioni di Borsa dei titoli incorporan­o già quasi tutti gli elementi negativi possibili. Anche le obbligazio­ni, che a inizio anno avevano rendimenti pressoché nulli sono arrivate a offrire una remunerazi­one interessan­te, sebbene ancora non in grado di pareggiare il tasso di inflazione. Questa novità potrebbe adesso invogliare i risparmiat­ori a investire nei bond piuttosto che lasciare il denaro parcheggia­to nei conti correnti».

I listini europei e americani sono sotto circa del 20% rispetto a inizio gennaio e le cause sono molte

I rischi politici hanno un peso nel frenare decisioni di investimen­to meno avverse al rischio?

«Questo è possibile, ma esiste un possibile effetto sorpresa, ad esempio nel caso della guerra russo-ucraina, che potrebbe giocare favorevolm­ente».

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Investitor­e Gianluca Verzelli, senior banker di Banca Aletti (gruppo Banco Bpm)

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