Corriere della Sera

Iran, funerali segreti di notte

Proteste, 76 le vittime. Stretta del governo sulle sepolture. L’ayatollah Hamedani: «Ascoltare la gente»

- Viviana Mazza

Di giorno si lavora, di notte si protesta e si seppellisc­ono i morti. Da dieci giorni al tramonto le città iraniane si trasforman­o: i giovani scendono in piazza, in quella che non solo le autorità ma anche alcuni tra gli stessi manifestan­ti non esitano ormai a definire «una rivolta». Nei video notturni spiccano gli incendi, oltre alle donne in prima linea e al grido «Morte a Khamenei». Sono almeno 76 i morti — inclusi 4 minorenni e 6 donne — confermati dalla Ong «Iran Human Rights», con sede ad Oslo ma con buoni contatti nella Repubblica Islamica, mentre l’ultimo bilancio ufficiale è di 41 vittime. «Molte famiglie sono costrette a seppellirl­i di notte, in silenzio, le autorità non vogliono funerali pubblici e minacciano di consequenz­e penali chi dà notizia della morte dei propri cari». Ma poi le immagini, anche se a rilento a causa della censura dei social, arrivano. Come il video della sorella di Javad Heidari, 36 anni, ucciso a Qazvin, che si taglia i capelli sulla sua tomba coperta di fiori: segno di lutto e dissenso.

Il regista Asghar Farhadi in un filmato dice che in «queste notti», dopo la morte di Mahsa Amini il 16 settembre, ha visto le ragazze di Teheran, «spesso giovanissi­me, tra i 17 e i 20 anni» che protestano con «l’indignazio­ne e la speranza» dipinte sul volto «e nel modo in cui marciano in strada». Il capo della magistratu­ra ammonisce le celebrità dello spettacolo e della cultura: se appoggiano i manifestan­ti «saranno punite». Il Comitato per la protezione dei giornalist­i, con sede a New York, documenta l’arresto di 20 reporter. Un sindacato degli insegnanti ha indetto lo sciopero nazionale per ieri e domani.

I video mostrano anche che

La smentita

La ragazza con la coda dei video ha detto di non essere Hadis Najafi, la 20enne uccisa in strada

le proteste continuano a Teheran, Yazd, Karaj. A Karaj sarebbe stata uccisa nei giorni scorsi una ragazza, Hadis Najafi, 20 anni: la sorella Shirin aveva detto che era la «ragazza con la coda», apparsa in video mentre si legava i capelli prima di scendere in piazza. Ma «la ragazza con la coda» è riapparsa ieri su Bbc farsi. «Non sono Hadis Najafi — dice — ma combatto per tutte le Hadis e le Mahsa. Non abbiamo paura di essere uccise».

Sulla tv di Stato le autorità accusano i manifestan­ti di bruciare il Corano e dar fuoco alle moschee. Non è chiaro se vi siano stati questi episodi, ma su Twitter un giovane religioso replica che la moschea e il Corano che sostengono l’oppression­e sono «più impuri del sangue di un cane». Un ayatollah 97enne conservato­re, Hossein Nouri Hamedani, esorta i leader del Paese ad «ascoltare la gente». Non è l’unico. Il timore è che la repression­e allontani ulteriorme­nte i giovani dall’Islam.

Dopo gli Usa, anche il Canada annuncia sanzioni contro la polizia della moralità. La Germania convoca l’ambasciato­re iraniano. I Guardiani della Rivoluzion­e, intanto, colpiscono per la seconda volta oltre confine, nel Nord dell’Iraq: affermano che i separatist­i curdi armano le proteste.

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