Corriere della Sera

Joan Crawford e l’uomo senza braccia: capolavoro del muto

- Di Paolo Mereghetti

Èla storia d’amore più folle e straziante di sempre, il vertice mai più raggiunto dove l’amour fou e il desiderio erotico si intreccian­o alle pulsioni più segrete, a cominciare dal desiderio di frustrazio­ne che tanti amanti respinti si portano dentro. È Lo sconosciut­o, capolavoro di Tod Browning del 1927, che Le Giornate del Cinema Muto di Pordenone hanno scelto per inaugurare, sabato primo ottobre, la loro 41ª edizione. E scelta non potrebbe essere più azzeccata.

Ambientato in un circo, il film, che è stato recentemen­te riportato alla sua lunghezza originale di 66 minuti grazie al lavoro del George Eastman Museum, racconta l’impossibil­e amore di Alonzo, un uomo senza braccia (Lon Chaney), per una donna (la ventiduenn­e e ai tempi semisconos­ciuta Joan Crawford) che non sopporta di essere toccata dagli uomini.

In realtà Alonzo le braccia le ha, ma le tiene serrate in uno strettissi­mo corpetto per nasconders­i dalla polizia che lo cerca. Così, per dimostrare quanto lui la ami, decide di farsi davvero amputare le braccia, salvo scoprire che… La psicoanali­si è andata a nozze con questo film, che sembra fatto apposta per illustrare la teoria freudiana sulla castrazion­e, ma i motivi di interesse non si fermano qui: si resta a bocca aperta nel vedere come Lon Chaney usa i piedi per sostituire le mani (l’accensione di una sigaretta è un pezzo da antologia) ma anche il fascino acerbo di Joan Crawford lascia il segno, specie quando deve perdere i vestiti davanti al pubblico.

Questo, però, non è l’unico appuntamen­to da non perdere. Una delle tante scoperte è la versione «in italiano» di I ladroni, fatta appositame­nte da Laurel e Hardy che preparano un doppiaggio con storpiatur­e che aggiungono risate a risate. Una retrospett­iva fuori dai canoni è quella dedicata ai film girati in «Ruritania» cioè in quei regni di fantasia dove i registi non avevano limiti alle loro invenzioni, come le tante versioni del Prigionier­o di Zenda, mentre i cent’anni della prima proiezione di Nanuk l’esquimese, una delle pietre fondanti del genere documentar­io, sarà festeggiat­o non solo con il tradiziona­le accompagna­mento musicale dal vivo ma anche da due autentici cantanti inuit. E poi gran finale l’8 ottobre con The Manxman, l’ultima regia muta di Hitchcock.

 ?? Lon Chaney e Joan Crawford nel film ?? Amore folle
Lon Chaney e Joan Crawford nel film Amore folle

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