Corriere della Sera

«Il nostro rock, dai furgoni a Ligabue»

La band perugina «Fast Animals...»: duetto nato da una mail dopo lunghi anni di gavetta

- Barbara Visentin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Come si passa dal dormire in quattro nello stesso letto, non mangiando e suonando anche gratis, al fare una canzone con Ligabue? A guardare oggi i Fast Animals and Slow Kids, gruppo rock di Perugia accolto a ogni concerto da grandi bagni di folla, il passo sembra breve, invece è stato tutt’altro che semplice: «Se sei una band in Italia, e soprattutt­o se fai rock, devi crederci davvero molto — spiega Aimone Romizi, frontman 34enne dall’energia spericolat­a —. Ti trovi davanti tanti ostacoli e devi sopportare. Noi all’inizio suonavamo in qualsiasi posto, dormivamo in furgone o tutti insieme da chiunque ci ospitasse, ci auto-organizzav­amo i live. Poi le cose hanno cominciato a ingranare, ma ci vuole una convinzion­e particolar­e per fare questa scelta».

Dal 2008 quando sono nati, i Fask (acronimo con cui vengono chiamati dal loro pubblico) si sono conquistat­i ogni fan con una lunga gavetta, fino ad arrivare ai sold out dell’ultimo tour che ha accompagna­to l’uscita del sesto disco «È già domani». La collaboraz­ione con Ligabue, che duetta con loro nel nuovo brano «Il tempo è una bugia» è stata un’ulteriore consacrazi­one: «È nata con lo stesso approccio che abbiamo da sempre, cioè sognando. Ci siamo chiesti con chi potevamo confrontar­ci in Italia per fare rock in modo ancora più importante». A Liga si sono rivolti «mandandogl­i una mail con un allegato word — spiegano —. Volevamo anche solo parlargli, darci uno slancio in avanti, guardare verso la luna. È nato uno scambio molto bello, a riprova che le cose che sembrano irraggiung­ibili alla fine sono persone e umanità». I Fask sanno che i loro fan più undergroun­d potrebbero non approvare un brano con un colosso mainstream come Ligabue, ma vanno avanti dritti: «Abbiamo imparato tanto tempo fa che fare delle scelte basate su chi hai intorno è sbagliato. Non vogliamo limiti e se ci appassioni­amo all’italodisco, l’anno prossimo facciamo un album italodisco. Le persone da accontenta­re siamo solo noi quattro, siamo auto-tutelanti ed è anche il motivo per cui abbiamo iniziato: fare musica che ci proteggess­e dal resto del mondo».

Il loro percorso va in controtend­enza rispetto alle dinamiche che oggi vedono molti esordienti balzare di colpo a un successo enorme: «La verità è che è cambiato il mondo e ora è quasi la norma passare dalle stalle alle stelle. L’unico dubbio è: se parti col botto, come mantieni una carriera lunga? E per noi lo scopo è proprio questo, durare il più possibile — riflette Romizi —. All’inizio, poi, eravamo scarsissim­i, quindi se ci fosse capitato di partire con concerti da 30mila persone, avremmo fatto una figuraccia colossale».

Oggi invece i live sono il loro punto di forza: Aimone salta, si getta sulla folla, si concede al pubblico con una generosità contagiosa. Nell’ultima data del tour si è anche arrampicat­o su un lampione. Cosa potrebbe combinare a Sanremo? «Lì serve il pezzo, un bel pezzo, una sintesi intelligen­te che ci rappresent­i — risponde, senza nascondere l’interesse —. Certo è un palco da provare, uno dei più importanti che ci sono. Ma è tutto nelle mani della musica».

 ?? ?? Insieme Ligabue con la band: da sinistra Alessandro Guercini, Aimone Romizi, Alessio Mingoli, Jacopo Gigliotti
Insieme Ligabue con la band: da sinistra Alessandro Guercini, Aimone Romizi, Alessio Mingoli, Jacopo Gigliotti

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy