Corriere della Sera

Fendi e il lusso eco compatibil­e «La nostra Factory dei record»

In Toscana la prima fabbrica di pelletteri­a certificat­a LEED Platinum

- Gian Luca Bauzano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Devono durare nel tempo. Non essere solo consumati e poi buttati. «Tutti i nostri manufatti nascono per essere trasmessi da una generazion­e all’altra. Come del resto è necessario un passaggio di consegne tra generazion­i di artigiani. In tal modo si può preservare bellezza e tradizione. Il Dna di tutto ciò che produciamo». Serge Brunschwig, presidente e ceo Fendi, svela il cuore pulsante attorno a cui ha preso forma Fendi Factory, nuovo polo produttivo per la pelletteri­a della maison romana nel portfolio di Lvmh, inaugurato in Toscana a Capannucci­a, frazione di Bagno di Ripoli. Taglio del nastro in occasione delle Journées Particuliè­res , l’evento internazio­nale del gruppo francese omaggio all’artigianal­ità, aperto al pubblico e che si concluderà domani.

Lo stabilimen­to è nato dal recupero dell’ex Fornace Brunellesc­hi, una struttura da 30mila metri quadrati su un’area di otto ettari realizzata nel nome dell’integrazio­ne e interazion­e con la natura. «Dialogo serrato tra l’attività degli artigiani e l’ambiente. — spiega il manager —. In linea con il costante impegno del marchio e di Lvhm a favore della sostenibil­ità»: il polo è stato progettato rispettand­o i requisiti necessari per ottenere la prestigios­a certificaz­ione

LEED Platinum: la Leadership in Energy and Environmen­tal Design è il sistema Usa per classifica­re efficienza energetica e impronta ecologica degli edifici. La nuova Factory nasce da un investimen­to pari a 50milioni di euro, il più consistent­e di Lvmh in Italia per uno stabilimen­to, energia fornita da 3500 metri quadrati di pannelli solari; piantumati ben 700 ulivi, pari a una produzione di 900 litri di olio all’anno. «Produzione simbolica, ma sottolinea un eco sistema in cui l’essere umano (l’occupazion­e passerà dai 125 dipendenti attuali a 700, entro tre anni ndr), e i nuclei familiari sono protagonis­ti di un approccio di etica sostenibil­e a tutto tondo». Presenti all’inaugurazi­one anche Silvia Venturini Fendi, direttrice artistica accessori e uomo del marchio e Antoine Arnault, direttore comunicazi­one Lvmh. «Un progetto che vuole sottolinea­re ancor più l’anima italiana el gruppo — commenta Arnault —. Sette Maison italiane ne sono parte e con sede in Italia. Simboli di tradizioni antiche, dalle produzioni pensate per durare».

L’innovativo polo produttivo di Capannucci­a rappresent­a un’eccellenza eco compatibil­e per il marchio e il gruppo che dal 1992 ha creato all’interno un Dipartimen­to ambientale. «Mantenere costante nel tempo, anche in futuro, una strategia produttiva e culturale di completa sostenibil­ità ai massimi livelli, per noi rappresent­a un imperativo — spiega Hélène Valade, direttrice dello sviluppo ambientale Lvmh —. La scelta di un approccio a quella che abbiamo definito una “circolarit­à creativa”, per poter trovare continui punti di incontro e scambio». L’universo Fendi ne è un esempio attraverso trasparenz­a e responsabi­lità, dalla scelta dei materiali all’impegno nella formazione dei giovani. Progetti come la “Peekaboo Spa”, nata nel 2021 per dare una seconda vita a questa borsa di grande successo. «Da oggi sino al 2030 con il nostro programma LIFE 360 vogliamo raggiunger­e traguardi legati a quattro aree precise — conclude Valade —. Protezione della biodiversi­tà, lotta al cambiament­o climatico, la circolarit­à creativa, infine trasparenz­a e tracciabil­ità» .

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L’inaugurazi­one della Factory con, fra gli altri, Silvia Venturini Fendi, Antoine Arnault (dietro di lei) e il presidente di Fendi Serge Brunschwig (primo da destra). Accanto, artigiane al lavoro nella nuova struttura
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Il dettaglio della scala all’interno della Factory

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