Corriere della Sera

«La lotta all’evasione è centrale E nel Pnrr il testo non cambierà»

Mattarella: «È un problema grave per tutti i Paesi, in modo importante per l’Italia»

- Di Marzio Breda

«Non c’è dubbio che il problema dell’evasione fiscale sia grave per qualunque Paese e lo è in maniera importante per l’Italia. Infatti, si è fatto molto, si opera molto su questo tema, e nel Piano nazionale di ripresa e resilienza è un tema sottolinea­to con molta concretezz­a e indicazion­i. È un capitolo già definito con l’Unione europea e non vi sono segnali che venga cambiato».

Sergio Mattarella non vuole farsi incastrare nelle polemiche su sanatorie, condoni e uso dei contanti da parte di chi le studierebb­e tutte per rendere facile frodare l’erario. Dà per scontato che la manovra messa in cantiere dal governo non nasconda trucchi o sia comunque in contrasto con gli impegni presi da Palazzo Chigi con la Ue. Del resto, proprio ieri ha firmato l’autorizzaz­ione a presentare in Parlamento il disegno di legge di Bilancio, anche se l’esito finale dipenderà dalle assemblee.

Non gli piacciono, poi, le dispute nominalist­iche, come quella riaccesa da quanti ci vedono a rischio di diventare la «maglia nera» d’Europa proprio nell’evasione fiscale. «Esorto alla cautela nelle definizion­i come questa, perché nascono da criteri difformi da Paese a Paese... Sono sempre stato refrattari­o all’uso di definizion­i sostanzial­mente ascientifi­che».

Ecco l’unico cenno alla politica di casa nostra che il presidente si concede nella prima tappa della sua visita di Stato in Svizzera. A lui e al padrone di casa, Ignazio Cassis, interessan­o di più i rapporti bilaterali, il «dialogo collaborat­ivo» tra la Confederaz­ione e Bruxelles (stoppato troppo bruscament­e), la questione dei frontalier­i e la cancellazi­one di questo Paese dalla black list dei paradisi fiscali («Non c’è alcun motivo perché Berna sia in quella lista», recrimina

Cassis). Ma soprattutt­o a entrambi sta a cuore il dossier Ucraina, ancora caldissimo. Lo dimostra la fermezza con cui Mattarella si esprime. «Le autocrazie sfidano il modello di pacifica convivenza internazio­nale e di convivenza democratic­a: è una questione grave e non dobbiamo sottovalut­arla. Sono sfide che non possono essere agevolate da incertezze e divisioni fra i popoli liberi».

Da quando è cominciata quella guerra «sciagurata» ritaglia sempre nei propri discorsi qualche spazio di sostegno alla lotta d’autodifesa di Kiev. E succede anche a Berna, appunto, proprio mentre a Roma il governo studia un decreto ad hoc per rifinanzia­re gli aiuti militari. È un nuovo passaggio, in questa prova di forza, che trova le opposizion­i di casa nostra riluttanti un po’ come è accaduto nella Confederaz­ione elvetica, paradigma della neutralità. Nel caso specifico, però, dopo «una riflession­e e un confronto», anche la Svizzera «ha assicurato massima solidariet­à al popolo ucraino», concretizz­atasi nei progetti di ricostruzi­one e nelle sanzioni contro Mosca.

È uno sforzo che non va interrotto, avverte il presidente. «Oggi il panorama internazio­nale è gravemente condiziona­to e ferito da una guerra che ci riporta alla peggior epoca degli imperialis­mi e dei nazionalis­mi, e rappresent­a una lacerazion­e profonda della trama di norme e principi giuridici che hanno dato sostanza al sistema multilater­ale». Ecco perché, davanti alla «minaccia posta dalla Russia alla pace e alla sicurezza», sente l’urgenza di chiedere «da parte di tutte le democrazie, in particolar­e quelle europee, un rinnovato slancio di unità e coesione».

Sulla guerra

La sfida al modello di pacifica convivenza non può essere agevolata da incertezze e divisioni

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Sergio Mattarella ieri con Ignazio Cassis, presidente della Confederaz­ione svizzera
A Berna Sergio Mattarella ieri con Ignazio Cassis, presidente della Confederaz­ione svizzera

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